L'associazione “L'Abbraccio dei prematuri” consegna uova di Pasqua ai bambini in ospedale

L'associazione L'Abbraccio dei prematuri consegna uova di Pasqua ai bambini in ospedale
di Teodora Poeta
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Lunedì 5 Aprile 2021, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 10:37

Sono state consegnate, ieri, ai bambini della Pediatria dell’ospedale Mazzini di Teramo e alle neo mamme ricoverate le uova di Pasqua dell’associazione L’Abbraccio dei prematuri. Un gesto per dimostrare la propria vicinanza a chi in questi giorni di festa si trova in ospedale, reso possibile grazie alla solidarietà di moltissime persone, alcune anche di fuori regione, che hanno dato il proprio contributo con le uova sospese. Perché è solo grazie alle libere donazioni, tra cui il 5 per mille, e alla grande passione delle volontarie e dei volontari se l’associazione è riuscita negli anni ad acquistare e donare poltrone per marsupio terapia, copri incubatrici, il mamyvoice, tablet utili per le videochiamate ai genitori e molto altro ancora. Ieri, a Teramo, c’erano la presidente dell’associazione “L’Abbraccio dei prematuri”, Luisa Di Nicola, la psicologa e volontaria Federica Di Berardo e la volontaria Marilena Portella, tutte impegnate nella consegna delle uova di Pasqua.

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Nei giorni precedenti altre uova, per un totale di circa 200, sono state donate anche alla Neonatologia e alla Pediatria dell’ospedale di Pescara, a Chieti e all’azione cattolica di Val Vomano in favore di un progetto per le famiglie bisognose. L’associazione ha devoluto ancora altre uova anche ad alcuni bambini di famiglie del teramano che in questo momento stanno vivendo difficoltà economiche. Ma c’è un progetto, «il più grande e ambizioso», come la stessa presidente Di Nicola ammette, che l’associazione si è prefissato come obiettivo ed è quello di riuscire ad acquistare una stanza per accogliere la mamma a Pescara, vicino all’ospedale. Perché è proprio a Pescara, dove esiste il reparto di Neonatologia, che è nata l’idea e poi si è concretizzata nel 2012, dell’Abbraccio dei prematuri. Un’associazione che unisce i genitori che hanno vissuto l’esperienza della prematurità. E Luisa è proprio uno di questi. I suoi due figli, un maschio e una femmina, oggi hanno 20 e 13 anni, ma sono nati rispettivamente di 30 e 29 settimane. In questi anni sono cambiate moltissime cose. La medicina ha sicuramente contribuito alla sopravvivenza dei prematuri, specie quelli gravi.

Ma in quanto alla sofferenza interiore di chi vive questa esperienza, quel dolore che certi giorni sembra quasi esploderti dento, è bello sapere che esistono associazioni con le quali aprire un dialogo, in questo periodo di pandemia anche on-line.

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