Alla fine è prevalsa la linea sostenuta dalla pubblica accusa. Pietro Ciammicco di 44 anni di Introdacqua (assistito dall'avvocato Alessandro Scelli del Foro di Sulmona) dovrà affrontare il processo a giugno di quest'anno. L'imputato, ieri in aula, è accusato di omicidio colposo per aver contribuito alla morte di una 65enne peruviana affetta da Covid, e ricoverata in Rianimazione nell'ospedale San Salvatore, abbandonando la sorveglianza della paziente e una volta avvertito dai macchinari cui la donna era attaccata che il quadro clinico si era aggravato, non era riuscito più ad entrare nel nella stanza in quanto la porta si era bloccata, operazione riuscita dopo circa 20 minuti grazie all'arrivo di un tecnico.
Secondo la cartella clinica acquisita dagli agenti della Sezione di polizia giudiziaria, la paziente seppur con un quadro clinico importante mostrava segni di miglioramento anche nello stesso giorno del decesso, il 3 novembre del 2020. Improvvisamente la respirazione della paziente si era resa critica di qui la corsa degli infermieri per avvisare il personale medico chiudendo la porta della stanza di degenza, rimasta poi bloccata.
Sia nel corso della chiusura delle indagini preliminari che ieri in aula, l'avvocato Alessandro Scelli ha sottolineato la non idoneità della struttura ospedaliera alla tipologia del lavoro demandato all'infermiere che non aveva alcun compito di controllo sul funzionamento o meno di una porta. Lo stesso per avvertire il personale medico sarebbe stato costretto ad uscire dalla stanza, trovandosi nell'impossibilità poi a poter rientrare per un difetto della porta scorrevole. Alla fine il Gup del Tribunale, Marco Billi ha deciso che la dibattuta vicenda giudiziaria venga approfondita in un'aula del Tribunale.
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