La donna, assistente capo coordinatore della Polizia di Stato, dopo aver accompagnato i figli a scuola (un ragazzo ed una ragazza di 18 e 20 anni) è tornata nella sua abitazione, spostandosi di pochi metri, all’interno di un vicino rudere dove ha deciso di farla finita. E proprio la puntualità nel presentarsi al proprio ufficio ha insospettito i colleghi che non vedendola arrivare hanno avvertito il marito della donna. A sua volta l’uomo ha allertato la figlia che si è messa sulle tracce della mamma. A rinvenire il corpo senza vita dell’agente di Polizia suo fratello. Inutile l’arrivo degli operatori del 118 che non hanno potuto fare altro che constatare l’avvenuto decesso.
Il cammino della giovane si è incrociato fortunatamente con quello del sostituto procuratore Roberta D’Avolio la quale in un gesto d’altri tempi, con la sensibilità che l’appartiene ma soprattutto dando ascolto all’affetto materno, ha abbracciato la ragazza, rassicurandola, evitando così alla giovane lo squarcio di una ferita già sanguinante. La ragazza è stata poi allontanata. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra mobile. Tutta l’area è stata sequestrata così come la pistola. La donna a quanto pare non ha lasciato alcuno scritto che potesse giustificare un gesto così forte né tra i parenti avevano notato in lei segni di sofferenza.
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