Picchiato a sangue dai baby bulli: non aveva dato loro una sigaretta

Picchiato a sangue dai baby bulli: non aveva dato loro una sigaretta
di Alessandra Di Filippo
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Mercoledì 14 Ottobre 2020, 08:30

Pestato, in pieno giorno e in pieno centro, da due ragazzini, entrambi stranieri e ospiti di una casa famiglia della città, solo per essersi rifiutato di dare loro una sigaretta. E' accaduto, nella tarda mattinata di ieri, a Pescara, alla fermata dell'autobus di piazza Duca degli Abruzzi. Immediatamente dopo l'aggressione, i due, un 16enne senegalese, con precedenti alle spalle, e un 17enne algerino sono stati fermati da una pattuglia della squadra volante e portati in questura, dove sono stati poi denunciati per lesioni aggravate. La vittima, un uomo di 45 anni ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso per lesioni alla testa. Le sue condizioni non dovrebbero essere gravi.

I due giovani aggressori, dopo gli accertamenti della polizia, sono stati riaccompagnati nella struttura, che da circa una settimana li accoglieva e da cui in mattinata erano fuggiti via nonostante fra l'altro fossero ancora in attesa dell'esito del tampone, a cui erano stati sottoposti al loro arrivo. Senza pensare alle conseguenze del loro gesto e alla possibilità, qualora davvero positivi, di infettare gente, ieri, approfittando di un attimo di distrazione degli operatori, hanno pensato di squagliarsela. Hanno dunque girato in lungo e largo la città sino a quando attorno alle 13.30 si sono ritrovati in piazza Duca degli Abruzzi, alla fermata dei pullman dove, quasi certamente in attesa di prendere l'autobus, c'era il 45enne. Lo hanno avvicinato e hanno cominciato ad infastidirlo. Poi gli hanno chiesto con insistenza una sigaretta e come l'uomo si è rifiutato di dargliela, è nata una violenta discussione culminata con l'aggressione e quindi pugni in faccia e in testa.

Per fortuna, è stata subito allertata la polizia e nel giro di pochissimi minuti sul posto è arrivata una volante, che era già in zona per servizi di controllo. I due minorenni sono stati bloccati all'istante e dagli accertamenti è venuta subito fuori tutta la loro storia e soprattutto che, essendo in attesa dei risultati del tampone anti Covid, non sarebbe dovuti stare in giro, ma all'interno della casa famiglia a cui erano stati destinati, non avendo a quanto pare in Italia, a Pescara, familiari.

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