Pescara, gli operatori balneari: «Subito al lavoro per prepararci alla stagione»

Uno stabilimento balneare danneggiato dalle mareggiate a Pescara
di Paolo Vercesi
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Martedì 14 Aprile 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 01:31

PESCARA -  L'ordinanza è arrivata ieri sera, firmata dal presidente Marco Marsilio, quando gli operatori balneari quasi non ci speravano più. E tutti hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. La Regione Abruzzo ha autorizzato i lavori di sistemazione negli stabilimenti balneari in vista della stagione estiva, rispettando così la data indicata per il 14 aprile. Una boccata d'ossigeno vitale per un comparto significativo per l'economia abruzzese: sono 655 le attività balneari in tutta la regione, 146 limitando l'inquadratura al litorale tra Pescara e Montesilvano più le 60 concessioni di Francavilla che si estendono su una porzione di costa lunga circa 23 chilometri.

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«Un provvedimento tempestivo quello del presidente Marsilio, la cui ordinanza traccia finalmente con chiarezza i confini degli interventi consentiti - ha commentato Riccardo Padovano, vice presidente di Confcommercio e leader dei balneari della provincia di Pescara - Cominceremo già oggi con gli impellenti lavori di manutenzione, provvedendo anche alla riparazione dei danni provocati dalle mareggiate, sapendo bene di non poter procedere con l'allestimento degli arenili, cioè a dire con l'installazione degli ombrelloni e delle palme. In ogni caso - ha aggiunto Padovano - si tratta per noi di un segnale importante che ci autorizza a immaginare con fiducia una pronta ripartenza nel momento in cui il governo nazionale consentirà la riapertura degli stabilimenti al mare nei modi e nei termini in cui questo maledetto coronavirus lo consentirà. Senza dubbio un ottimo passo in avanti».

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In tanti ci speravano, in pochi ci credevano, ammette Padovano, che ha trascorso il Lunedì di Pasquetta alla scrivania per mettere nero su bianco la nota da inviare al prefetto di Pescara, Gerardina Basilicata con tutta una serie di interrogativi. «Noi operatori balneari abbiamo necessità di capire se dal prossimo 3 maggio potremo riaprire le nostre attività e quindi sapere sin d'ora quali interventi siamo autorizzati a fare sulle nostre rispettive concessioni per non farci trovare impreparati all'appuntamento con la clientela. Lavori che di solito iniziamo a realizzare dai primi di marzo, se non fosse che questa emergenza sanitaria ha rivoluzionato tutto facendoci perdere la bussola e anche un po' la speranza, considerato che la curva dei contagi continua ad attenuarsi in modo troppo lento rispetto alle aspettative della nostra categoria» ha commentato ancora l'esponente della Confcommercio balneari.

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A tante delle sue domande ha dato una prima e chiara risposta l'ordinanza firmata ieri dal governatore Marsilio. La manutenzione potrà essere effettuata già da oggi ed è una bella notizia per quanti avevano già aperto i cantieri ed erano stati costretti a sospendere tutto dalla sera alla mattina a causa del coronavirus. Tra i primi passi da compiere rientra la sanificazione dei locali. Il provvedimento prevede anche la possibilità di recupero e smaltimento dei rifiuti accumulati durante l'inverno sulle spiagge. «E anche questa era una delle urgenze da affrontare - ha spiegato Riccardo Padovano - perché il maltempo e la furia del mare ha portato sulla spiaggia detriti, tronchi d'albero spimnti al largo dal vicino fiume Pescara, per non parlare di rifiuti infombranti tra cui bombole e taniche. Tutto materiale che lasciato per troppo tempo sul posto finisce per contaminare la sabbia, con tutte le complicazioni di natura ambientale che ne derivano».

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 Squadre di operai, catramisti, elettricisti e idraulici potranno rimettersi dunque al lavoro per la manutenzione degli stabilimenti, poi si penserà alla riapertura di bar e ristoranti e alla sistemazione di ombrelloni e sdraio. Padovano non vuole neppure commentare le fantasione proposte di soluzioni anti-coronavirus che circolano sul web, con pareti di plexiglass a protezione della clientela da ombrellone a ombrellone. «Uno scenario che sta facendo discutere gli operatori balneari di mezza Italia ma che per me ha il valore di una fake news», ha chiosato l'esponente di Confcommercio.

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