Rigopiano, processo al palo: saltano le prossime udienze. La rabbia dei parenti delle vittime

Rigopiano, processo al palo: saltano le prossime udienze. La rabbia dei parenti delle vittime
di Stefano Buda
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Sabato 15 Ottobre 2022, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 10:05

Slitta di nuovo il processo sul disastro dell’Hotel Rigopiano, a Pescara. Le tre udienze consecutive, in programma dal 26 al 28 ottobre, saranno rinviate a causa dello sciopero indetto dagli avvocati del foro di Avezzano, che protestano contro la carenza di personale nel tribunale locale. L’astensione, che si protrarrà dal 19 al 27 ottobre, ha assunto una valenza nazionale e andrà ad impattare sul processo in corso a Pescara, poiché due legali delle difese sono di Avezzano e aderiranno allo sciopero. Ci sarebbe stata comunque la possibilità di tenere un’udienza il 28 ottobre, ma il gup Gianluca Sarandrea ha preferito rinviare tutto alla tre giorni già in programma a novembre, in modo da agevolare, sul piano logistico, il compito dei periti e degli avvocati provenienti da fuori regione. I familiari delle vittime, che a sei anni dalla tragedia sono costretti a fare i conti con il quindicesimo rinvio e attendono ancora che il processo entri nel vivo, non nascondono il proprio disappunto.

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«Siamo indignati e ci sentiamo presi in giro – dice Marcello Martella, padre della giovane Cecilia, una delle 29 vittime della tragedia - da sei mesi aspettavamo queste tre date per assistere all’inizio della discussione sulle perizie disposte dal giudice e dopo tutto questo tempo, una settimana prima del ritorno in aula, spunta fuori questa astensione». Martella è perplesso: «Non riusciamo a comprendere come sia possibile che ogni volta, a ridosso del processo, succeda sempre qualcosa e finisca per saltare l’udienza». Il nuovo rinvio, ad ogni modo, non andrà ad incidere sui tempi della prescrizione. Tuttavia risulta evidente il rischio che, di anno in anno e di rinvio in rinvio, il clima finisca per raffreddarsi e cali l’attenzione sul caso Rigopiano. «È un rischio concreto a livello di opinione pubblica – osserva il padre di Cecilia – anche per questo spetterà a noi familiari del Comitato vittime il compito di mantenere sempre viva questa attenzione».

Dopo il passaggio formale del 26 ottobre, che segnerà la ratifica dello slittamento, si tornerà dunque in aula il 9 novembre, per una full immersion di tre giorni, nel corso della quale sarà finalmente possibile dare inizio alla discussione sulla super perizia redatta dal pool di esperti del Politecnico di Milano su incarico del gup Sarandrea. A loro spetterà il compito di fornire delucidazioni, per certi versi decisive, sulle ragioni del disastro e sulle eventuali responsabilità degli imputati.

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In particolare ci sarà da sciogliere il nodo del nesso di causalità, in riferimento all’eventuale incidenza delle scosse di terremoto sulla valanga. Al riguardo, dalla perizia, non emerge una posizione netta. «Non vi è alcuna certezza in merito alla quantificazione del contributo del sisma sul processo di innesco della valanga – è scritto nell’elaborato - ma allo stesso tempo non si può escluderne l’effetto». Non sembrano invece sussistere dubbi in merito alla secca bocciatura della gestione dell’emergenza, che a giudizio degli esperti risulta caratterizzata da «una estesa catena di sottovalutazioni, disattenzioni ed errori estremamente complessa e articolata». In particolare vengono evidenziate «carenze strutturali di carattere organizzativo» nell’attività messa in campo dalla Sala operativa regionale già un paio di giorni prima del disastro.
 

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