Rigopiano, caccia alla verità sulla strage del resort: i periti oggi tra le macerie

Rigopiano, caccia alla verità sulla strage del resort: i periti oggi tra le macerie
di Stefano Buda
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Venerdì 1 Aprile 2022, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 15:49

Passaggio importante, questa mattina, nell’ambito del procedimento sul disastro dell’Hotel Rigopiano. Alle 10, sulla scena della tragedia, si terrà il sopralluogo richiesto dai quattro esperti nominati dal gup Gianluca Sarandrea: Daniele Bocchiola, Giovanni Menduni, Claudio e Marco Di Prisco. Sarà effettuato, in contraddittorio con i consulenti degli imputati e delle parti civili, un esame approfondito del punto sul quale sorgeva il resort, spazzato via da una valanga il 18 gennaio del 2017 e dell’intera area circostante. Non ci saranno il procuratore capo Giuseppe Bellelli e i pm Andrea Papalia e Anna Benigni, che rappresentano la pubblica accusa nel processo, e neanche la gran parte degli avvocati. Si tratta infatti di un passaggio molto tecnico, su materie che chiamano in causa soprattutto i consulenti.

Il sopralluogo consentirà a Bocchiola, Menduni e ai due Di Prisco di avere un quadro più chiaro in merito alla dinamica degli eventi. I quatto esperti hanno infatti il compito di fornire risposte ai sei quesiti posti dal giudice, a partire da quelli di maggior rilievo, che riguardano il nesso di causalità e in particolare l’eventuale incidenza delle scosse di terremoto sulla valanga: secondo i consulenti della Procura non esiste alcuna correlazione tra i due eventi, mentre per i consulenti delle difese furono proprio le scosse sismiche, verificatesi a più riprese nelle ore che precedettero il disastro, a provocare la valanga.

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È evidente che, su questi specifici punti, la valutazione degli esperti potrebbe risultare dirimente, finendo per orientare in un senso o nell’altro le decisioni che saranno assunte dal giudice al termine del processo.

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GLI ALTRI QUESITI Nel corso del sopralluogo saranno presi in esame anche altri aspetti, sempre correlati ai sei quesiti, a partire dalle delicate questioni della viabilità, in quei giorni resa impraticabile dalla neve e delle eventuali negligenze nell’invio dei soccorsi. Si tratterà in sostanza di comprendere cosa provocò il distacco della valanga, se si trattò di un evento prevedibile e se fu fatto tutto ciò che era possibile per salvare la vita delle 29 vittime.

Gli imputati sono chiamati a rispondere di reati che vanno dal disastro colposo all’omicidio colposo e alle lesioni colpose plurime, passando per l’abuso edilizio e il falso ideologico.

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I TEMPI Considerando i tempi strettissimi, in vista della prossima udienza in programma il 29 aprile, appare pressoché scontato un nuovo rinvio, al fine di consentire agli esperti di ultimare le proprie relazioni. Ad ogni modo la scelta compiuta da tutti i 29 imputati, più la società Gran Sasso Resort & spa, di fare ricorso al rito abbreviato, contribuirà a contenere i tempi del processo. La maggior parte degli addetti ai lavori appare infatti fiduciosa in merito alla possibilità di arrivare alla sentenza di primo grado entro la fine dell’estate o comunque nell’anno in corso. Sul lungo periodo, tuttavia, permane il rischio prescrizione per alcuni reati. D’altronde occorrerà molto altro tempo per completare i tre gradi di giudizio.

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