Movida in crisi e affitti alti, i locali: «Servono aiuti, così rischiamo di fallire»

Movida in crisi e affitti alti, i locali: «Così rischiamo di fallire» (foto di Fabio Ubini)
di Alessandra Di Filippo
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Domenica 25 Ottobre 2020, 08:42 - Ultimo aggiornamento: 08:57

Chiedono aiuto i titolari dei locali della movida di Pescara e le associazioni di categoria prima che si arrivi ad un punto di non ritorno. E questo vuol dire, anche sostegni economici. L'emergenza sanitaria e le restrizioni, scattate venerdì e accompagnate da un massiccio dispiegamento di forze dell'ordine in tutte le aree maggiormente frequentate e quindi piazza Muzii e Pescara Vecchia, a loro dire, hanno iniziato già a farsi sentire. «L'altra sera – sottolinea Mario Palladinetti, presidente dell’associazione Pescara Viva, di cui fanno parte una cinquantina di locali di piazza Muzii e Pescara Vecchia, nonché titolare del ristorante Salsedine – non c'era un'anima in giro. Quando ha iniziato a vedersi un po' di movimento, siamo stati costretti a chiudere. A mezzanotte, tutte le attività avevano le serrande abbassate. Io personalmente il venerdì ho sempre avuto 30-40 tavoli prenotati, l'altra sera all'interno di prenotazioni ne avevo soltanto cinque. Non so – prosegue – se questo dipenda dalla pressione mediatica, dalla paura della gente o dai controlli. Di certo, la situazione sta diventando dura. E, da quello che ho sentito, non solo per chi lavora in piazza Muzii, ma un po' per tutte le attività presenti in città. Non oso immaginare le conseguenze se si deciderà di anticipare le chiusure alle 20. Ci stanno portando pian piano verso il lockdown senza pensare alle alternative. Così, a breve, salteranno imprese, riducendo sul lastrico tante famiglie».

Molto preoccupato si dice anche Gianni Taucci, direttore provinciale della Confesercenti. «Le condizioni che si stanno creando – spiega – rischiano di provocare più danni. Bisogna tener conto che le attività hanno delle spese. A livello nazionale come a quello regionale, è il caso che si si pensi a urgenti indennizzi economici a fondo perduto. Se le imprese non possono lavorare, occorre dare ad esse un sostegno. Gli operatori sono più preoccupati adesso – fa presente – che nella prima ondata. Non si può dire chiudete e mantenetevi con quell'ora di lavoro che fate». Per Taucci, servono soluzioni per agevolare l'accesso al credito, ma anche per fronteggiare i costi fissi. «Sono necessarie – sottolinea – soluzioni definitive per i prossimi 12 mesi per la questione affitti. Vanno dimezzati o annullati. L'economia che girava prima, non esiste più. L'affitto va perimetrato al costo della vita attuale.

I costi – ripete – si devono fermare altrimenti le attività falliranno tutte».

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