"Citele e bardasce", l'Europa scopre il dialetto abruzzese

Il dialetto abruzzese spopola a Ecolinguist su Youtube
di Alessandro Ricci
3 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Marzo 2021, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 12:12

Prendi un canale YouTube, la meraviglia di un mondo connesso e la magia delle lingue che si influenzano dal latino in poi. E un professore di polacco, Norbert Wierzbicki, che sceglie un modo interattivo per far conoscere il suo idioma e che allo stesso tempo dà spazio al confronto, per scoprire che pur non parlando la stessa lingua, alla fine ci si capisce lo stesso. E si intrecciano i fili della linguistica, come accade sul canale Ecolinguist, 200mila iscritti. E, ancora, aggiungi lo splendore del dialetto. E così nasce un video, da quasi 50mila visualizzazioni in pochi giorni, con protagonista Claudio Di Domenico, pescarese appassionato di lingue e linguistica. Ventitré anni, nato a Pescara e residente a Moscufo, dopo aver studiato all’accademia di Belle arti all’Aquila, vive e lavora a Bologna, come grafico free-lance. Sono un appassionato dell’argomento, quindi seguo molti canali internazionali tematici su YouTube - racconta Claudio Di Domenico -. Uno di questi è Ecolinguist. Tempo fa avevano caricato un video sulla lingua trentina e così mi sono detto, perché non tentare con l’abruzzese?
Ed eccolo dunque in video, a presentare il suo “Abruzzese language” con sottotitoli in inglese abruzzese. Ci sono una catalana artefice del canale Couch Polyglot, il francese Alexis Barranger che vive in Sardegna e si occupa della lingua dell’isola, il messicano Isidor Morales, insegnante di spagnolo e un americano nato in Pennsylvania, Luke Amadeus Ranieri, che parla in latino. Un filo sottile lo unisce all’Abruzzo, essendo in suoi nonni originari della nostra terra, anche se lui non parla abruzzese: “Avus et avia fuerunt Aprutienses” dice, in latino appunto, nel video. A Claudio Di Domenico, il compito di presentare l’abruzzese al mondo. “Sono bilingue italiano-inglese, ma potrei dire trilingue, inserendo anche l’abruzzese - racconta lo studente -. Il fatto di saper parlare abruzzese, credo sia una ricchezza che ho deciso di sfruttare, facendolo conoscere al mondo tramite internet prima che questa lingua scompaia. L’abruzzese viene presentato come una “variante settentrionale della lingua napoletana”. «Il gioco comincia con cinque parole da indovinare e mira a intercettare connessioni fra le lingue romanze.

E si parte dunque con gli indizi in dialetto abruzzese: la prima parola è “caccòse ca tè tutte quinde, te ce pù mette caccòse assopre pe farte cchiù belle, presèmbje nu cappelle”. Dopo diversi indizi, eccola qui: la “cocce” la testa. E via così. Le altre parole da indovinare sono il gruppo “bardàsce, cìtele e quatràre”, con spiegazioni sulle differenze di età alle quali si riferiscono. E con curiosità come “la prima che viene dal persiano passando per l’arabo, la seconda dal germanico e l’ultima dallo spagnolo, ad indicare il quarto anno di vita, età nella quale si potevano registrare i nati, ritenuti così fuori pericolo da mortalità infantile. Siamo sempre durante la dominazione spagnola nel sud Italia” spiega Di Domenico. Immancabili le parole “cumbare” e “cummare”. Per scoprire che anche in francese e in spagnolo “cummare” può avere risvolti con implicazioni misogine. Sempre su Ecolinguist, fra abruzzese e gestualità, il compito di Claudio Di Domenico sarà far indovinare “nenguende” e “buàtte”, cioè neve e barattolo. «Fra i progetti - conclude lo studente - c’è quello di aprire un mio canale su YouTube e di girare per i paesi in Abruzzo facendo interviste in dialetto». Insomma, per dirla con le sue stesse parole, una storia che “jè na fréche nderessande”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA