Addio al poeta Ubaldo Giacomucci, morto in solitudine

Addio al poeta Ubaldo Giacomucci, morto in solitudine
di Mila Cantagallo
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Martedì 16 Marzo 2021, 14:59

La morte forse non lo spaventava più. L’ha lasciata arrivare lentamente, in solitudine, come l’eroe nietzschiano dei romanzi letti in una vita dedicata alla letteratura. Ubaldo Giacomucci, direttore di Edizioni Tracce, è morto all’età di 59 anni nel reparto di Medicina dell’ospedale di Pescara per le complicanze di problemi vascolari di cui soffriva da tempo. Fondatore negli anni ‘80 della Rivista Tracce, poi arricchita dall’omonima casa editrice orientata alla diffusione della poesia, Giacomucci era anche critico letterario, poeta, saggista, studioso di tutte le discipline possibili, appassionato di filosofia, organizzatore di letterari con Davide Rondoni Plinio Perilli giurati, l’ultimo dei quali il “Camilla Cederna” nel 2020.

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Da qualche giorno l’uomo di cultura si era tappato in casa e non rispondeva al telefono. Un amico ha bussato alla sua porta, ottenendo la vaga risposta di una voce flebile. I soccorsi sono scattati con Volanti di polizia, vigili del fuoco ed un medico che, forzata la porta, hanno trovato l’editore in condizioni molto precarie. Dopo il ricovero in ospedale, la sua salute sembrava migliorare, lo stesso Giacomucci aveva rassicurato al telefono il cugino Marcelo Alfredo Silenzi. Domenica sera l’improvviso peggioramento e poi il decesso. «Uno dei maggiori poeti d’Abruzzo» lo definisce Nicoletta Di Gregorio, poetessa e già presidente della Fondazione PescarAbruzzo - Con la rivista e la casa editrice, Giacomucci ha dato spazio ad importanti poeti da tutta Italia. Persona buona, schiva, di immensa cultura». Parole di ammirazione anche dalla poetessa Daniela Quieti: «Era un uomo riservato, preparato, estremamente sensibile alle avanguardie, animato da un forte spirito di ricerca». Il poeta Andrea Costantin era l’amico inseparabile degli ultimi anni: «Le grandi capacità attraevano consensi da tutta Italia - afferma -, a cominciare dalle eccellenze che collaboravano ai suoi premi.

E’ stato un privilegio per me conoscere il carattere generoso, la sensibilità alle tematiche ambientali».

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Così l’assessore comunale alla cultura Maria Rita Paoni Saccone: «Una figura importante nella storia della cultura cittadina e non solo. Un personaggio di grande talento artistico che ha lavorato più per gli altri che per se stesso. Mi auguro che, in tempi migliori, ci sia la possibilità di istituire una iniziativa alla sua memoria». L’editore Alessio Masciulli lega allo scomparso i primi i passi nel mondo dei libri: «Lo accompagnavo in macchina agli eventi della casa editrice, mi perdevo nei suoi ricordi di un’Italia che non c’è più e mi insegnava tante cose senza saperlo. Lavoro ancora sulla scrivania che lui mi ha regalato». Ennio Di Francesco, commissario di Polizia in pensione, è uno degli ultimi scrittori a cui Tracce ha dedicato la propria attenzione ma anche l’amico che ha fatto partire la macchina dei soccorsi: «Pochi giorni fa Ubaldo aveva letto in radio la mia poesia “Il Cristo di Pasqua”, la voce era affaticata ma al telefono mia aveva assicurato che stava bene. Allertato da amici comuni, ho raggiunto la casa di via Liguria insieme a una Volante, poi abbiamo chiamato i rinforzi. Quando l’ho visto uscire in lettiga con il pollice in su, ho creduto che fosse salvo. Ora lo immagino a leggere poesie alle anime, in un’altra dimensione».

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