Confermate le condanne di primo grado a carico dei due imputati nel processo sulla morte di Anna Carlini, la 33enne pescarese con problemi psichici, violentata la notte del 29 agosto 2017 lungo uno dei tunnel della stazione e rinvenuta priva di vita la mattina successiva. La Corte d’Appello dell’Aquila, presieduta dal giudice Armanda Servino, ha infatti accolto la richiesta della Procura e respinto i tentativi della difesa di ottenere una riforma della sentenza: 11 anni e mezzo di carcere per Nelu Ciuraru, riconosciuto responsabile di violenza sessuale e omissione di soccorso aggravata, e 2 anni di reclusione per Robert Cioragariu, unicamente in relazione al secondo reato. La sola concessione alle difese è rappresentata dall’annullamento della multa da 2mila euro a carico di Cioragariu.
«Abbiamo avuto soltanto un pizzico di giustizia – ha commentato Isabella Martello, sorella della vittima, subito dopo la lettura della sentenza – la vita di Anna valeva più di undici anni e l’unica cosa che avrei voluto sarebbe stata riabbracciarla, ma purtroppo non è più possibile. A questo punto – prosegue Martello – spero almeno che i colpevoli scontino fino all’ultimo giorno le proprie pene». Anche i legali di parte civile, Carlo Corradi e Fiorenzo Pavone, che avevano chiesto la riqualificazione dei reati in omicidio volontario, non appiano del tutto soddisfatti. «Avremmo desiderato una rilettura dei fatti più approfondita – spiega l’avvocato Corradi – ma prendiamo atto che ci si è fermati ai capi d’imputazione, nonostante dal processo sia emerso qualcosa in più sul ruolo svolto dai responsabili».
Sulla base di quanto emerso nei due gradi di giudizio, Anna il 29 agosto di quattro anni fa assunse il farmaco che prendeva abitualmente e uscì di casa.
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