Addio a Paola Sereni, maestra di battaglie: grande cordoglio in città

Addio a Paola Sereni, maestra di battaglie: grande cordoglio in città
di Barbara Scorrano
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Venerdì 6 Agosto 2021, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 09:31

Insegnava in una scuola malandata di via Nora, nella periferia più cruda della città, a pochi metri dall’edificio scolastico di via Giardino, a quei tempi pronto, ma inutilizzato. Faceva lezione guardando più in là quel plesso dove i suoi bambini avrebbero potuto studiare in condizioni migliori. Le bastò un attimo per decidere, una mattina come tante, di occupare la scuola con i suoi piccoli alunni, che, cartelle e sedie in mano, presero possesso dell’istituto scolastico, ancora oggi uno dei punti di riferimento di un quartiere difficile, che tanti cercano di lascarsi alle spalle. Ma non Paola Sereni, una delle anime della sinistra indipendente pescarese, a lungo presidente, prima donna ad essere eletta, della Circoscrizione di Villa del Fuoco.

Se è andata a 96 anni, portando con sé i ricordi di una vita che faceva dell’esempio e dell’amore per i più fragili il senso dei suoi giorni, vissuti in quel fazzoletto urbano dove il degrado e l’emarginazione la fanno spesso da padrone. «Mia madre è stata un esempio per tutti, una donna libera e indipendente, dotata di una grande cultura e capace di essere autorevole senza scadere nell’autoritarismo» la ricorda la figlia Mirta. Nata a Bologna 96 anni fa, Paola Sereni si era trasferita adolescente con la famiglia a Spoltore, in provincia di Pescara. Poi il diploma e la lunga diaspora tra le scuole dell’entroterra, dove lei, maestra per fede oltre che per professione, ha girato in lungo e in largo, prima di approdare a Pescara, in quella Villa del Fuoco, quando ancora si chiamava Rancitelli, dove per decenni ha continuato a insegnare e a vivere, mai scindendo l’impegno didattico da quello politico e personale. Cavaliere del lavoro, medaglia d’oro al merito del Presidente della Repubblica, insignita del Ciattè d’oro due anni fa, non aveva mai smesso di credere che la politica è solo uno strumento dalla parte degli ultimi. Celebri le sue battaglie per salvaguardare la Torretta dannunziana, come simbolo della possibilità di restituire alla parte più disagiata della città dignità e decoro. Oggi la ricordano e la rimpiangono gli esponenti della Sinistra, da Maurizio Acerbo e Marinella Sclocco, ma la salutano con immutato affetto i tanti bambini, oggi adulti, ai quali ha insegnato a credere che ci può essere un domani migliore indipendentemente da dove si nasce. 

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