Coronavirus, Castelli (nuoto): non lasciateci soli con i nostri contratti finti

Arnado Castelli Coronavirus, Castelli (nuoto): non lasciateci soli con i nostri contratti finti
di Mila Cantagallo
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Sabato 25 Aprile 2020, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 08:25


«Mi chiamo Arnaldo Castelli, sono un tecnico di pallanuoto». Comincia così il video del direttore sportivo e responsabile del settore giovanile della Pescara Pallanuoto, un appello rivolto al premier Giuseppe Conte, al ministro dello sport Vincenzo Spadafora ed al governatore della Regione Abruzzo Marco Marsilio a cui il dirigente pone il problema della precarietà di chi lavora nell’ambito di discipline meno luminose e remunerative del calcio. Parla per «i lavoratori dello sport dilettantiscico» senza tutel e ora rimasti con i portafogli vuoti.
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«In base al nuovo decreto piscine e palestre potranno riaprire a fine anno- obietta Castelli- al pari dei cinema e dei teatri. I nostri politici forse non sanno che noi collaboratori di società sportive abbiamo dei contratti a tempo determinato che non prevedono ferie, malattia, cassa integrazione e possiamo essere licenziati senza alcuna tutela né Tfr, non abbiamo contributi. In sostanza, se non lavoriamo non siamo retribuiti e spesso ci rechiamo a fare il nostro dovere anche con la febbre addosso pur di non perdere il compenso di una giornata».




«Ho la fortuna di appartenere ad un club pallanuotistico serio che sta facendo sacrifici per non lasciarci senza stipendio ma ci aspettano altri mesi di riposo forzato e quasi tutti coloro che appartengono alla mia stessa categoria non stanno prendendo un euro da due mesi».
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Il decreto legge “Cura Italia” ha previsto un bonus di 600 euro per chi collabora con associazioni dilettantistiche ed enti di promozione sportiva ma l’ex pallanuotista non si fida: «L’indennizzo di marzo non è ancora arrivato, se tutto va bene lo riceveremo a maggio e chissà se e quando otterremo gli altri. Io non ho famiglia, anche se devo aiutare mia madre che ha un ristorante chiuso a causa dell’emergenza sanitaria. Ci sono però colleghi che hanno famiglie da mantenere ed arrivare fino a dicembre in queste condizioni è drammatico».
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Nel messaggio Castelli prova a guardare oltre l’emergenza: «Mi auguro che quando questo terribile momento sarà passato venga messo ordine nel nostro settore e che possiamo finalmente essere equiparati ad altri lavoratori, visto che anche noi prestiamo servizio 8 ore al giorno per tutta la settimana. Non lasciateci soli con i nostri contratti di lavoro finti». Il direttore sportivo non condivide i tempi di attesa per la riattivazione degli impianti natatori: «In estate ci faranno tornare al mare, a questo punto non vedo la differenza tra una spiaggia piena di bagnanti ed una piscina aperta».
 

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