L'odissea dell'architetto Prospero Antonelli: «Dieci ore di attesa al pronto soccorso con sospetto infarto»

L'odissea dell'architetto Prospero Antonelli: «Dieci ore di attesa al pronto soccorso con sospetto infarto»
di Mila Cantagallo
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Venerdì 27 Agosto 2021, 07:59

Dieci ore in attesa in pronto soccorso di Pescara per un sospetto infarto. E’ la disavventura in cui si è imbattuto un architetto pescarese in pensione che, dopo l’estenuante anticamera, ha deciso di tornare a casa senza essere visitato. Mercoledì scorso Prospero Antonelli ha chiesto ad un amico di essere accompagnato in ospedale dopo aver accusato un malore. Raggiunto il nosocomio, è iniziata l’interminabile esperienza nell’area triage: «Avevo un dolore al petto persistente ed extrasistoli, con la sensazione che il sangue defluisse verso il basso - racconta il malcapitato -. Siamo arrivati al pronto soccorso alle 11. Sono stato sottoposto alla misurazione della pressione e all’elettrocardiogramma ma non ho avuto alcuna diagnosi. Dovevo solo attendere per visita cardiologica e analisi del sangue. Ho aspettato pazientemente, nel primo pomeriggio avevo sete ma, non avendo monete, non potevo comprare una bottiglietta alle macchinette. Eravamo più di 30 persone, non riuscivo a credere che nessuno ci offrisse un po’ d’acqua. Dopo aver postato il mio sfogo su Facebook, sono arrivate delle guardie giurate a dissetarmi, sarà un caso?».


Antonelli contesta il criterio di convocazione dei pazienti: «Avevo un codice giallo, in molti mi passavano avanti con il giallo scuro.

Vorrei capire quale possa essere la reale differenza tra pazienti che hanno lo stesso colore con tonalità diverse. Con il passare delle ore, mi sono reso conto che in quella stanza avrei potuto restare anche giorni perché arrivava sempre qualcuno con la tonalità più scura della mia! Ciò che mi ha stupito maggiormente, è che non mi abbiano sottoposto in tempi rapidi al prelievo del sangue, il test che rivela la situazione di un infarto». Alle 21 il pensionato desiste: «Ero stremato, senza speranze e avevo pure fame, così ho deciso di andarmene. Ho avvisato gli operatori e nessuno mi ha fermato».

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Sulla vicenda interviene il consigliere comunale Massimiliano Pignoli che a metà agosto ha incontrato i vertici del Santo Spirito e della Asl da quali ha ottenuto l’impegno di un potenziamento del servizio: «Il direttore sanitario Caponetti ed il dirigente Asl Ciamponi mi hanno chiesto di pazientare due settimane per assegnare al Pronto soccorso nuovi cardiologi, geriatri, barellieri, istituire un info-point per i parenti, rivedere i criteri di priorità delle visite. La vicenda di questo signore mi fa dedurre che non sia stato ancora fatto nulla (il piano di rinforzi è avviato, ndr) ma voglio rispettare i tempi stabiliti nella riunione, poi tornerò a bussare alle porte dei responsabili». Diplomatica la risposta della Cgil Funzione Pubblica. Il segretario provinciale di Chieti Carmine Gasbarro afferma: «Indagheremo sul caso per verificare la reale esistenza di emergenze che hanno costretto il paziente a questa lunga attesa. Dieci ore sono tante però ed i tempi vanno comunque abbreviati».

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