Insegnante denuncia:«Io, vittima della truffa dell’incidente». Auto pirata in azione sull’asse attrezzato

Insegnante denuncia:«Io, vittima della truffa dell’incidente». Auto pirata in azione sull’asse attrezzato
di Mila Cantagallo
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Venerdì 18 Novembre 2022, 09:25

Manovre azzardate, paura e l’accusa di aver provocato un incidente. È la traumatizzante mezz’ora vissuta da un’automobilista pescarese inseguita e affiancata da uno sconosciuto alla guida di una vettura sull’asse attrezzato. Operazioni convulse e rischiose per costringere la donna a fermarsi e ammettere la responsabilità di un incidente mai avvenuto o, in alternativa, estorcerle denaro. Sembra la scena di un film d’azione il racconto di Chiara, nome di fantasia di un’insegnante che non vuole essere riconosciuta: l’improvvisa aggressione, i soccorsi mai arrivati, le insinuazioni e le richieste pressanti del conducente. Il fatto è avvenuto mercoledì poco dopo le 20, mentre la donna era alla guida di un crossover insieme a un’amica che le sedeva accanto: «Procedevamo a bassa velocità in direzione Sambuceto - spiega lei -. Una Peugeot di media cilindrata si è immessa sull’arteria da una rampa d’accesso e ha puntato dritto al lato destro della mia macchina, per evitarle l’impatto ho sterzato di colpo spostandomi sulla corsia di sorpasso, sperando che dietro non arrivasse nessuno altrimenti non so cosa sarebbe successo. Quel tipo ha cominciato a inseguirmi, attaccandosi al mio parafango posteriore, suonava il clacson all’impazzata, ho provato ad allontanarmi, lui ha accelerato, si è affiancato a me urlando di fermarmi, mi ha sorpassata a destra, ha accelerato facendo zig zag davanti alla mia automobile, tagliava la strada impedendomi di proseguire. Non ho avuto altra scelta che azionare le 4 frecce e fermarmi all’altezza di una piazzola».

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Le due donne, terrorizzate, sono rimaste all’interno dell’auto mentre l’individuo bussava al finestrino di Chiara intimandole di uscire per constatare i danni provocati dalla presunta collisione: «Mentre la mia amica chiamava la polizia, mi sono fatta coraggio e sono scesa - continua la docente - ero certa di non aver urtato nessuno e, a conferma di questo, la mia auto non mostrava alcun danno mentre la fiancata della Peugeot era tutta ammaccata. L’uomo voleva costringermi a firmare un cid, ma mi sono opposta. Speravo nell’arrivo della polizia ed invece il centralino di Pescara ha detto alla mia amica di rivolgerci a Chieti per competenza. La Polstrada teatina ha risposto che non c’era una volante da inviare. Ho chiamato il mio avvocato che mi ha consigliato di girare un video alle due auto, di segnalare alla mia assicurazione che non c’era stato alcun incidente in risposta all’eventuale denuncia del mio contendente. Quel personaggio ha capito che stavo consultando un legale e ha modificato le sue pretese, chiedendomi cento euro. Al mio rifiuto, è tornato in auto ed è fuggito, forse per il timore che filmassi la sua targa». Chiara ha avuto la freddezza di schivare le manovre del malintenzionato e di non cedere alle sue pressioni. Ma non si ferma qui: «Presenterò un esposto in questura perché sono certa di essere stata vittima di una tentata truffa. Per evitare che altre persone vengano a trovarsi nella stessa situazione». Dalla Polstrada di Pescara fanno notare come l’episodio ricordi la già famigerata “truffa dello specchietto”. Dal comando comunicano inoltre di non aver ricevuto dal 113 alcuna richiesta di soccorso altrimenti un intervento degli agenti sul posto non sarebbe stato certo negato. La polizia stradale consiglia, in casi analoghi, «di non fermarsi mai sulla corsia di sorpasso ma di accostare solo in presenza di una piazzola e di rivolgersi immediatamente al 113».
 

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