Inchiesta Grandi eventi, biglietti e cene elettorali: i traffici di “mister 10%”

Il procuratore Massimiliano Serpi con il colonnello Grisorio e il tenente colonnello Lauro della guardia di finanza (foto MASSIMILIANO SCHIAZZA)
di Stefano Buda
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Venerdì 10 Luglio 2020, 10:54 - Ultimo aggiornamento: 11:13

 Una vera e propria cupola dei grandi eventi, caratterizzata da un intimo rapporto tra politici, imprenditori dello spettacolo e artisti. È il quadro che affiora dagli atti dell’inchiesta del Pm Luca Sciarretta, nella quale riveste un ruolo centrale la figura di Giacomo Cuzzi, giovane rampante di estrazione socialista ed ex renziano di ferro, che ad un certo punto a Pescara diventa il “Signor 10%”. Il riferimento è alla percentuale che l’ex assessore avrebbe sistematicamente preteso da imprese e associazioni, fin dal 2016, per l’affidamento dell’organizzazione di spettacoli ed eventi. Questo almeno viene denunciato nell’esposto che, nel luglio del 2018, dà il via alle indagini. I testimoni ascoltati in Comune mettono in luce come Cuzzi gestisca in prima persona la partita dei grandi eventi. L’ex assessore, sulla base di quanto ricostruito dalla Procura, stabilisce fin dall’inizio un canale privilegiato con Andrea Cipolla, al quale affida senza gara 21 appalti per gli spettacoli, oltre la metà dei quali per importi superiori ai 40mila euro e dunque contravvenendo alla legge.

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Per garantirsi l’esclusiva Cipolla non bada a spese: presso una delle sue società vengono rinvenute le fatture dei costi sostenuti per i manifesti elettorali dell’ex assessore, per una cena elettorale con 150 ospiti presso il ristorante Bolsena, ma anche per eventi più costosi, come il concerto dei Gemelli Diversi, svoltosi l’8 febbraio 2019 in occasione della chiusura della campagna elettorale di Cuzzi per le regionali. Quel concerto, costato 6.234 euro, sarebbe stato pagato da Cipolla. Stesso discorso, qualche mese dopo, per lo spettacolo di Piero Mazzocchetti e ’Nduccio, che chiude la campagna di Cuzzi per le comunali. In una conversazione telefonica intercettata Cipolla e Mazzocchetti parlano del compenso.

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«Ah, un’altra volta tu?», chiede il cantante. «Non ti preoccupà – risponde Cipolla – è un investimento!». Il cachet è di circa 500 euro. Da un’altra intercettazione, tra Cipolla e il suo collaboratore Gianfranco Berdinelli, emergono anche le pressioni di Cuzzi. «Gli servono stì c…. di 5mila euro per la serata del 3 giugno – si sfoga Cipolla – mi sta togliendo la vita». Cuzzi si sarebbe anche adoperato per far passare in consiglio la delibera per l’uso gratuito dello stadio per il concerto di Ligabue. Secondo l’accusa, in cambio di un risparmio di 24.450 euro per gli organizzatori, avrebbe ricevuto 30 biglietti gratuiti dal valore di 1.500 euro. Biglietti che inizialmente, però, avrebbero dovuto essere 100. «Questo è scemo – si arrabbia Cuzzi in auto – 30 biglietti m’ha dato, è fuori di coccia». In un altro filone dell’indagine Di Carlo, candidata alle comunali in tandem con Di Pietrantonio, chiede a Cuzzi di far approvare alcuni progetti di Summa, in quanto quest’ultimo – secondo l’accusa – avrebbe condizionato l’elargizione di finanziamenti elettorali al via libera alle sue iniziative. «Cussù però sta’ a marca’ male», dice Di Pietrantonio, spazientito perché i soldi non arrivano, a Di Carlo. «Perché? Dai Mor – replica l’ex assessore - quello come firma la delibera li caccia subito». In seguito a varie pressioni Summa consegna 200 euro a Di Carlo, promettendole altri 500 euro entro la settimana successiva. Di Pietrantonio non è soddisfatto. «Fammi capire che è sta’ pagliacciata», dice al telefono a Di Carlo, per poi lanciare una sfilza di insulti a Summa. «Cioè ti ha dato 200 euro? – prosegue il segretario del Pd – per fare che?». Qualche giorno dopo Summa consegnerà una somma più elevata. «Per fortuna – commenta Di Pietrantonio al vivavoce – ogni tanto recupero qualche mille, duemila euro». Naturalmente anche Cuzzi ha la sua parte, con Summa che paga il noleggio di vari mezzi utilizzati per la campagna elettorale dell’ex assessore.
 

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