Pescara, gli aerei di D'Annunzio bloccati a Fiume

Pescara, gli aerei di D'Annunzio bloccati a Fiume
di Rosalba Emiliozzi
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Venerdì 13 Settembre 2019, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 16:31
Gli aerei del Vate bloccati a Fiume. Il volo storico per ricordare l’impresa di D’Annunzio finisce al centro di un caso internazionale. Da una parte la Croazia ben decisa a “difendere” la sua sovranità anche solo da scene di ricordi di patriottismo e dall’altra l’Italia, forse meglio dire, Pescara e i piloti di Fly Story, associazione culturale che ieri aveva organizzato e pubblicizzato la traversata verso Fiume, con partenza dall’aeroporto dell’Abruzzo dove c’era anche un attore che impersonava la figura di D’Annunzio per l’anniversario del centenario dell’ingresso nella città croata.

Piano di volo a posto, autorizzazioni arrivate. «Non c’era nessuno impedimento» racconta Eugenio Sirolli, pilota e giornalista, presidente di Fly Story. Ma già nel primo pomeriggio era giunta notizia che i piper in partenza da Pescara potevano aveva problemi a entrare in Croazia, come dire: non vi fate vedere. «Siamo partiti lo stesso, ma con un solo velivolo anziché due come previsto - racconta Sirolli – avevamo le carte a posto, a bordo non c’erano bandiere, men che meno l’attore, che è rimasto a terra, e che non era previsto volasse». Alle 16 l’alt. «In volo, via radio, ai confini con lo spazio aereo croato ci hanno confermato il blocco, eravamo in mezzo al mare, ci hanno detto che non potevamo passare, se non avessimo obbedito alle loro disposizioni ci avrebbero fatto intercettare dai aerei militari - racconta Sirolli - siamo tornati indietro. Ma il blocco era previsto solo per i velivoli provenienti da Pescara. Ne avevamo altri due in volo, uno partito da Casale Monferrato con tre persone a bordo e un altro decollato da Barcellona con altri due piloti». E i due piper, «che sono aerei di aviazione generale - spiega Sirolli - sono regolarmente atterrati, ma sono stati subito bloccati all’aeroporto di Fiume».

Ma cosa è successo? L’unica spiegazione che Sirolli sa darsi è collegare il blocco dei piper come risposta a quanto successo la notte prima quando è stata esposta una bandiera del Regno d’Italia davanti al Palazzo del Governatorato. La stampa croata parla di una bandiera, alcuni volantini e una dichiarazione sui social opera di un gruppo di «neofascisti italiani», denominato «Gli Idraulici» con la spiegazione che «nel centenario dell’impresa di Fiume abbiamo voluto dimostrare che ora come allora alcuni italiani non si arrendono» e che «esistono ancora italiani che non sono disposti a accettare di essere rappresentati da un governo fantoccio che non difende gli interessi nazionali». Il vessillo è stato rimosso e la polizia di Fiume ha fermato diversi italiani.

«Ribadisco che noi non avevamo bandiere - ripete Sirolli - i nostri sono voli storici, rievocazioni legate alla figura e alla poesia di D’Annunzio, siamo un’associazione culturale». Il caso ora è in mano alla Farnesina. A Fiume ci sono due piper bloccati con cinque persone bordo, tra cui un giornalista piemontese. Una vicenda che non finirà qui. Si profilano azioni giudiziarie. «Abbiamo intenzione di fare un esposto - dice Sirolli - avevamo avuto conferma di piani di volo, era tutto in regola».
 
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