«Io, detenuto salvato nel carcere di Pescara». Dopo i pestaggi si diploma e ottiene la semilibertà

Probabilmente il primo detenuto punito in modo esemplare a Santa Maria Capua Vetere per le proteste anti-Covid

«Io, detenuto salvato nel carcere di Pescara». Dopo i pestaggi si diploma e ottiene la semilibertà
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Mercoledì 15 Febbraio 2023, 10:20 - Ultimo aggiornamento: 10:21

Pestato ripetutamente dagli agenti di custodia per giorni nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, fino alla mattanza del 6 aprile, e poi trasferito al San Donato di Pescara dove ha affrontato finalmente il suo percorso rieducativo concreto, diplomandosi e ottenendo la semilibertà. E consentendo anche all’istituzione di riscattarsi e appropriarsi della sua funzione. La storia che rende onore agli operatori carcerari di Pescara, salta fuori dalle pieghe del processo a carico degli unici due agenti penitenziari del carcere di Santa Maria Capua Vetere che hanno il rito abbreviato e per i quali ieri la Procura ha chiesto le prime condanne: sei anni di reclusione per l’agente Angelo Di Costanzo e tre anni e otto mesi per l’agente Vittorio Vinciguerra.

Lui, la vittima dei pestaggi, è invece il marocchino trentenne Fakhri Marouane, difeso dall’avvocato Lucio Marziale, probabilmente il primo detenuto punito in modo esemplare a Santa Maria Capua Vetere per le proteste anti-Covid che tra marzo e aprile 2023 scoppiarono un po’ in tutte le carceri italiane, facendo registrare anche dei morti. Marouane era entrato il dieci marzo al carcere casertano proveniente dal penitenziario di Velletri dove c’era stata una protesta per il Covid appena esploso. All’arrivo, ha raccontato, fu immediatamente picchiato, subendo pestaggi per giorni, fino al successivo sei aprile, quando avvenne «l’orribile mattanza», come il giudice per le indagini preliminari definì le violenze durante le quali circa 300 agenti penitenziari pestarono oltre duecento detenuti del carcere casertano per punirli della protesta del giorno prima. Fakhri Marouane si è costituito parte civile sia in questo procedimento che nel processo ordinario a carico dei 105 tra agenti penitenziari, funzionari del Dipartimento amministrazione penitenziaria.

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