Pescara, candidatura bis per il sindaco: Alessandrini dice no

Pescara, candidatura bis per il sindaco: Alessandrini dice no
di Paolo Mastri
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Domenica 24 Marzo 2019, 10:45
La decisione, nell’aria da tempo, matura sotto il primo sole primaverile, dopo una passeggiata di metà mattina con la mamma, plastica rappresentazione del ritorno alla normalità. Il suo cerchio si chiude esattamente dove si era aperto, con l’elogio della mitezza tessuto cinque anni fa nel discorso di insediamento da sindaco di Pescara. Marco Alessandrini, non ci sta: di fronte alla palese delegittimazione, all’inconcludenza politica, al gioco suicida del Partito democratico, ma soprattutto alla dichiarata prospettiva, dopo aver sondato tutto il sondabile in ambito politico e civico, di tornare da lui per chiedergli il bis, il sindaco uscente chiude definitivamente ogni spiraglio.

«Non sono disponibile - scandisce con la calma tagliente dei miti - a una candidatura per il secondo mandato». Il ragionamento, intercalato da un eccesso di «diciamo» che misurano l’amarezza di fondo, ha una sua logica inossidabile: «A differenza di tanti scolari che ho incontrato in questi anni - racconta - nei miei temi di bambini non ho mai scritto che da grande avrei voluto fare il sindaco. La mia formazione, i valori che ho ereditato in famiglia, mi hanno sempre spinto a immaginarmi come un bravo cittadino, non necessariamente il primo. Voglio dire che essere stato chiamato a guidare la mia comunità è stato un privilegio, un’esperienza unica della quale mi sentirò per sempre onorato, che da parte mia ho svolto dal primo all’ultimo giorno con la disciplina e l’onore richiesti dalla costituzione».

Altra cosa, decisamente, è assecondare le manovre suicide di un partito, il Pd, nel quale Alessandrini ha militato («e continuerò a farlo») rivendicando con fierezza la sua estrazione non politica. «Non posso accettare - è il succo del discorso - di rappresentare l’ultima spiaggia, la carta della disperazione di una comunità che, dopo aver lavorato con impegno alla mia delegittimazione, si dimostra incapace di costruire un’alternativa valida».
Un addio che lascia una zavorra pesante sul percorso del centrosinistra verso una candidatura a sindaco minimamente competitiva, di fronte alla marea montante del centrodestra, alla proposta dei Cinque Stelle (l’omonima Erika Alessandrini) in grado di invertire il ciclo calante del movimento, e a un fiorire di ipotesi civiche che rischiano di trasformare in una roulette russa l’eventuale balottaggio. Nel futuro di Marco Alessandrini c’è forse un ruolo di rilievo nella squadra del neo segretario Nicola Zingaretti. Ma alle condizioni che lo stesso sindaco uscente precisa: «Non sarò mai un cittadino indifferente, anche una volta rientrato nella mia dimensione professionale». Come dire, sarò io a scegliere e il salto verso il partito nazionale non rappresenterà, eventualmente, la buonuscita offerta delle gerarchie locali. E ora, davvero, il Pd è nudo.
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