L'Aquila, perseguita una donna per mesi: arrestato un 69enne

L'Aquila, perseguita una donna per mesi: arrestato un 69enne
di Marcello Ianni
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Sabato 9 Gennaio 2021, 08:34

«Ti devo guardare, tu devi stare tranquilla non ti devi agitare ma io ti guardo perché sei una bella donna». E ancora: «Vieni qua ti voglio, ti devo vedere, ti devo guardare». Dopo poco «gemiti di piacere ad alta voce e toccamenti nonostante la donna fosse in presenza di due figli piccoli. E così stando alla denuncia presentata dall’avvocato Simona Giannangeli (legale della donna parte offesa) il lungo lockdown dal mese di marzo fino a qualche giorno fa ha acuito le azioni di stalking di un 69enne aquilano, residente a Lucoli (assistito dall’avvocato Paolo Buttari) finito ieri in carcere a Rieti.

Un’escalation vera e propria. Addirittura il 69enne avrebbe anche minacciato di morte il marito della parte offesa. Sempre stando alla denuncia dell’avvocato Giannangeli ai carabinieri della stazione dell’Aquila, diretti dal luogotenente Benedetto Paolucci, un giorno mentre la propria assistita era intenta nelle pulizie domestiche e aveva lasciato la porta per fare arieggiare i locali, l’anziano si è affacciato sull’uscio urlando e gemendo: «Ah, adesso c’è anche la porta aperta, fammiti guardare, ho voglia di te». Presunti gravi azioni vessatorie secondo l’accusa, che avrebbero fatto emergere con chiarezza la lunga serie di gravissimi atti persecutori posti in essere dall’indagato e che hanno letteralmente trasformato la vita della persona offesa e quella dei suoi famigliari in un vero e proprio incubo.

Un aiuto della donna rivolto anche alle autorità locali di Lucoli, sindaco in primis, ma l’esasperazione l’ha poi portata a denunciare tutto ai carabinieri. «Sono arrivata a non dormire più la notte per l’ansia e la paura- ha denunciato- tutto il giorno sono tesa e ho paura di uscire di casa, sento il bisogno di ricorrere a cure specialistiche e farmacologiche per contenere le mie crisi: queste condotte durano quotidianamente da mesi». «Nel caso di specie e come sta avvenendo già da tempo- ha detto l’avvocato Giannangeli- mi preme sottolineare che ci sia una relazione stretta proficua e significativa tra le forze dell’ordine e il Centro antiviolenza. Questa sinergia è importante preziosa proprio per attivare una rete a più voci perché il Centro antiviolenza si è attivato sostenendo immediatamente la ragazza sotto tutti i punti di vista.

I carabinieri- ha aggiunto- hanno fatto la loro parte, la Procura con una significativa rapidità ha messo in campo tutti gli elementi per poi arrivare a questa misura».

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