Per capire a fondo la vicenda bisogna tornare indietro al lontano settembre del 2005. La signora Antonietta (la chiameremo così per tutelarne la privacy) viene ricoverata nel reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Teramo: deve sottoporsi a un intervento di microlaringoscopia per asportare la corda vocale sinistra. Il giorno successivo, «in corso di intubazione preliminare all’inserimento del laringoscopio, il personale paramedico determinava, per negligenza e imperizia, la rimozione di quattro denti (tre incisivi e un canino)». I magistrati contabili hanno dunque interpellato il Collegio medico legale della Corte dei conti per avere un parere. «L’esame degli atti - si legge sulla relazione - consente indubbiamente di constatare che il danno fu diretta conseguenza di un’incongrua manovra di intubazione tracheale».
La paziente soffriva di parodontite, una malattia infiammatoria degenerativa che distrugge i tessuti di supporto del dente, come osso e gengiva. «Il fatto che la donna fosse affetta da questa patologia - scrive il Collegio medico - avrebbe dovuto ancor più indurre ad attenzione e cautela l’operatore sanitario». Sottolinea la Procura della Corte dei conti, dopo aver ricevuto un ulteriore parere medico: «La paziente presentava una precaria situazione complessiva dell’apparato dentario. Di tale situazione la donna era ben conscia, come dichiarato al risveglio dall’anestesia dopo l’intervento. Ciò sottolinea il deprecabile fatto che la stessa situazione non risulta accertata e valutata preliminarmente in via obiettiva o, quantomeno, al momento dell’intubazione al fine di poter adottare opportune cautele. L’essere “saltati” integralmente ben quattro denti anteriori sull’arcata superiore non può ritenersi circostanza scusabile in quanto, nel caso particolare, implica fattori di imprudenza e negligenza che connotano un profilo di colpa grave. Non si è trattato, inoltre, di un intervento di eccezionale o particolare difficoltà tecnica, soprattutto per operatori sanitari di Anestesia-Rianimazione».
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