Efficacia del 90 per cento: tutti promossi i vaccini in circolazione

Efficacia del 90 per cento: tutti promossi i vaccini in circolazione
di Barbara Scorrano
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 19 Maggio 2021, 09:24

PESCARA - Nel giorno in cui i numeri delle vaccinazioni superano la soglia delle 100 mila somministrazioni, la direzione sanitaria della Asl celebra i risultati dello studio condotto in collaborazione con l'università di Ferrara, la prima indagine effettuata in Italia che attesta scientificamente l'utilità dei vaccini.

Quattro mesi di comparazione dei dati, decine di migliaia di tamponi esaminati, un lavoro certosino di classificazione hanno dimostrato che i preparati Moderna, Pfizer e Astrazeneca, senza distinzione tra le case farmaceutiche produttrici, riducono il rischio di infezione, malattie e decessi di oltre il 90%, con punte del 99%.

«Un risultato straordinario» commenta il professor Lamberto Manzoli, ordinario di igiene ed epidemiologia a Ferrara, a capo dell'équipe dell'ospedale Santo Spirito, «impegnata da gennaio a somministrare i vaccini, curare le persone e raccogliere i dati», come spiega il direttore sanitario della Asl Antonio Caponetti.

L'indagine, che ha riguardato 37 mila 467 vaccinati e 237 mila 778 cittadini privi della copertura vaccinale, ha verificato che nel campione si è registrato un solo decesso, una donna ultranovantenne, rispetto alle 206 vittime che hanno interessato la schiera dei non vaccinati.


Numeri che, per il gruppo di lavoro coordinato da Manzoli, non hanno bisogno di interpretazioni: «Possiamo affermare, senza timore spiega - che i vaccini sono efficaci e che tra loro sono equivalenti. Anzi, le dosi di Astrazeneca, oggetto di tante polemiche nei mesi passati, hanno fatto il loro dovere sin dalla prima somministrazione. I risultati sono molto simili tra maschi e femmine e coloro che hanno ricevuto in ritardo la seconda dose non hanno manifestato problemi. Bene si è fatto a privilegiare la somministrazione della prima dose a quanti più cittadini possibile, unica soluzione per evitare il dilagare ulteriore della pandemia».

LA BUONA NOTIZIA
La ricerca della Asl con l'ateneo estense ha dimostrato anche l'utilità dei vaccini sulla variante inglese, «un versante che ci preoccupava molto, dal momento che l'Abruzzo è stato interessato soprattutto da questo ceppo» sottolinea Graziella Soldato, medico del servizio di igiene ed epidemiologia dell'ospedale.

E ora che, nell'intero territorio provinciale, un cittadino su tre, uno su due tra poco meno di un mese, sarà immunizzato, la vera incognita è quella relativa alla possibilità dei vaccinati di contagiarsi nuovamente e di poter trasmettere il virus. «La nuova fase di studio continua Manzoli - dovrà concentrarsi proprio su questo aspetto, vale a dire il tasso di contagiosità dei vaccinati. Al momento, alcune ricerche internazionali sembrano orientarsi sulla tesi che, anche di fronte alla possibilità di infettarsi, i vaccinati avrebbero una ridotta capacità di trasmissione. Ma dobbiamo continuare a svolgere indagini, studiare e analizzare i dati».

I NODI DA SCIOGLIERE
Tutta da approfondire anche la ricerca sulla copertura temporale dei vaccini, se e quando dovranno essere ripetuti. Per Manzoli «non possiamo dire ancora nulla, le analisi devono proseguire prima che si possa fare chiarezza su questo tema». Ma oggi ai dubbi vengono anteposte le certezze, la validità dei vaccini, il prossimo ritorno dell'Abruzzo nella zona bianca, il recupero di una normalità sgretolata per mesi dal coronavirus. «Un nemico aggiunge Rossano Di Luzio, direttore dei servizi territoriali della Asl che dobbiamo continuare a combattere con metodo e organizzazione, prima di cantare vittoria».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA