Papa Francesco a L'Aquila: «Per ricostruzione serve impegno lungimirante». E saluta la folla in dialetto: «Jemo 'Nnanzi»

La visita del pontefice: "Voi aquilani avete dimostrato un carattere resiliente"

Papa Francesco a L'Aquila: «Per ricostruzione serve impegno lungimirante». E saluta la folla in dialetto: «Jemo 'Nnanzi»
di Stefano Dascoli
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Domenica 28 Agosto 2022, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 19:42

L'AQUILA - Papa Francesco è arrivato in Piazza Duomo pochi minuti prima delle 9, dopo essere atterrato con l'elicottero a piazza d'Armi: un cambio di programma rispetto all'arrivo previsto allo stadio Gran Sasso.  Il Papa era a bordo di una 500. Ad accoglierlo, tra gli applausi dei fedelil, il cardinale Giuseppe Petrocchi, il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi e il governatore Marco Marsilio.

 

Il saluto del pontefice

«Buongiorno e buona domenica - ha esordito il Papa - Sono contento di trovarmi tra voi.

Abbraccio con affetto tutta la città e la Diocesi dell’Aquila. Vi ringrazio per vostra presenza. Voglio esprimere vicinanza alle famiglie e all’intera comunità che con il grande dignità ha affrontato le conseguenze del tragico evento. Vi ringrazio per la vostra testimonianza di fede. Avete fissato lo sguardo in Cristo crocefisso che con il suo amore ha riscattato dal non senso del dolore nella morte. Uno di voi mi ha scritto tempo fa, dicendomi che aveva perso gli unici due figli adolescenti. Gesù non lascia cadere nessuna lacrima, nemmeno una. I vostri cari sono passati dal tempo all’eternità, la comunione con loro è più viva che mai. La morte non può spezzare l’amore. Ai fedeli la vita non è tolta, ma trasformata, ma il dolore c’è. Le belle parole aiutano, ma il dolore rimane. Solo la vicinanza, l’amicizia, l’affetto, il camminare insieme, l’aiutarci come fratelli. Mi congratulo per la cura con cui avete realizzato la cappella della memoria. Voi aquilani avete dimostrato un carattere resiliente, radicato nella vostra tradizione, avete rette l’urto del sisma e avete avviato il paziente lavoro della ricostruzione. C’è tutto da ricostruire, questo si fa insieme alla ricostruzione spirituale, culturale, civica. La rinascita personale e collettiva è dono della grazia e frutto dell’impegno di ciascuno e tutti insieme, non a piccoli gruppetti. È fondamentale attivare la collaborazione con le istituzioni e gli organismi associativi. Una concordia laboriosa, un impegno lungimirante. Le chiese meritano attenzione particolare, sono patrimonio della collettività, anche in senso identitaria. Sono pietre impregnate dalla fede. A tutti rinnovo il mio saluto e benedico di cuore voi, le vostre famiglie e l'intera cittadinanza. Jemo 'Nnanzi!”.». 

La visita

Il Santo Padre poi è entrato nel Duomo, la cattedrale di San Massimo che ancora attende la ricostruzione. Indossato il caschetto, il Pontefice è stato condotto all'interno della chiesa. 
 

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