Ortonese ucciso a Novara, la colf ha confessato: «Abbiamo litigato, mi ha aggredito: mi sono difesa»

Ortonese ucciso a Novara, la colf ha confessato
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Giovedì 25 Novembre 2021, 09:19 - Ultimo aggiornamento: 09:23

Era originario di Ortona il 68enne ucciso in casa a coltellate dalla collaboratrice domestica, al termine di una lite. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Novara agli ordini del Tenente Colonnello Sandro Colongo hanno risolto nel giro di poche ore l’omicidio di Antonio Amicucci, il 68 anni originario di Ortona, ma che abitava in Piemonte da oltre 20 anni, trovato morto ieri a Novara nella sua abitazione di via Andoardi, nel quartiere di Sant’Andrea. Fermata, dopo alcune ore di interrogatorio, la domestica di 51 anni: al culmine di un litigio, per cause che dovranno ora essere accertate dai carabinieri anche se si ipotizzano delle avance non gradite, ha colpito la vittima con un coltello da cucina, diverse volte, poi è fuggita tirandosi dietro la porta e trovando rifugio da una vicina di casa dell’uomo. Dove ha atteso l’arrivo dei militari. A dare l’allarme erano stati alcuni vicini, preoccupati per le urla e i rumori provenienti dall’appartamento al secondo piano dello stabile dove il 68enne viveva da solo. In casa c’era solo un cane, un pastore maremmano di 60 chili che sembra l’uomo accudisse durante la giornata per conto di alcuni conoscenti. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco, che hanno sfondato la porta regolarmente chiusa e senza segni di effrazione, e i soccorritori del 118, che hanno potuto solo constare il decesso del 68enne. In via Andoardi è arrivato anche il procuratore di Novara, Giuseppe Ferrando, e sono iniziati gli accertamenti dei carabinieri. Amicucci, originario di Ortona che ha avuto più volte diverso tempo fa a che fare con la giustizia per vari reati, è stato definito dai vicini di casa come una persona gentile ma riservata, che dava confidenza a poche persone. La collaboratrice domestica, Mide Andreu di origini albanesi ma da oltre vent’anni in Italia, è residente nello stesso quartiere; sposata, e con figli, lavorava da almeno tre anni in quella casa. Accompagnata in caserma sotto choc, dopo un lungo interrogatorio alla presenza del pm Giovanni Castellani, ha confessato di aver ucciso l’uomo dicendo «di essere stata aggredita e di essersi difesa». Per lei è scattato l’arresto. L’arma del delitto, trovata sul pavimento accanto al cadavere, è stata sequestrata. La donna si trova ora nel carcere di Vercelli.

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