Paola uccisa a coltellate, il figlio Cristian: «Mi aveva aggredito»

Paola uccisa a coltellate, il figlio Cristian: «Mi aveva aggredito»
di Alfredo d'Alessandro
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Venerdì 21 Ottobre 2022, 08:34

Sa che la madre è morta, ha pianto ma non parla di pentimento, piuttosto sarebbe stato aggredito per primo e ferito dalla donna con il grosso coltello da cucina che lui le ha usato contro in maniera forsennata. Insomma avrebbe avuto una colluttazione per difendersi, senza vi fosse stata alcuna discussione.

È quanto in sostanza emerge dal lungo interrogatorio di Cristiano De Vincentiis, il 50enne che l’altro ieri mattina a Bucchianico in casa ha ucciso la madre Paola, di 69 anni, raggiunta da oltre dieci coltellate all’addome, al torace e alla schiena. L’uomo, assistito dall’avvocato Cristiano Zulli, è stato sentito l’altro ieri sera dal sostituto procuratore della Repubblica, Giancarlo Ciani, nel reparto di patologia chirurgica dove è piantonato e ricoverato a causa di alcune ferite non gravi.

Fra madre e figlio le discussioni non mancavano, sempre per questioni di soldi, e spunta, nel racconto del 50enne, la vendita di una casa a Rimini: lui avrebbe voluto subito i soldi, senza doverli chiedere alla madre ogni volta. Ma niente. Mercoledì pomeriggio c’è stata una delle tante discussioni, rimasta alle parole. La sera e la notte sarebbero trascorse tranquille, poi il risveglio sfociato in tragedia, con l’uomo che stringendo ancora in mano il coltello con cui ha appena ucciso la madre lasciandola in un lago di sangue, esce di casa, in Vico 2 via Cappellina San Camillo in centro storico, e telefona al 118 e ai Carabinieri.

De Vincentiis, che veniva seguito dal Serd, è stato arrestato per omicidio volontario e ora si attende che vengano fissati l’interrogatorio di convalida e l’autopsia.

La madre ha una Citroen C1 ancora posteggiata in piazza, il figlio una moto Honda 1000 alla quale doveva cambiare le gomme: aveva un preventivo e servivano altri soldi che probabilmente in casa non c’erano. La situazione che è emersa subito dopo il grave fatto di sangue è che la madre si era rivolta spesso al parroco di Bucchianico, padre Germano Santone, per chiedere soldi sostenendo che il denaro fosse per il figlio. La donna viveva con la sorella disabile e con il figlio in una casa presa in affitto a luglio scorso per restarvi fino a dicembre, e negli ultimi giorni le richieste di denaro, non solo al parroco, si erano moltiplicate. L’abitazione è sotto sequestro, in attesa, dopo il sopralluogo effettuato dai Carabinieri della Compagnia di Chieti, dal pm Ciani e dal medico legale Cristian D’Ovidio, di un sopralluogo e dei rilievi del Ris di Roma dei Carabinieri: è una scena del crimine complessa, che può raccontare molto su questa tragedia. E che va esaminata da cima a fondo. 

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