SOTTO LA LENTE
Le accuse a vario titolo erano quelle di corruzione, turbativa d'asta e falso. Gli imputati erano i dipendenti comunali Mario Di Gregorio e Giuseppe Galassi e gli imprenditori Carmine D'Alessandro e Luigi Palmerini, Dante Conti, Fulvio Minicucci, Domenico Contestabile, Piero Negrini, Marcello Negrini, il tecnico Luigi Finazzi, gli imprenditori Valter D'Alessandro, Giovanni Marzi, Elisabetta Lunero.
Sotto la lente di ingrandimento della Procura della Repubblica dell'Aquila, oltre ai lavori di messa in sicurezza e opere di demolizione (come ad esempio l'edificio che ospitava l'ex Banco di Napoli) vi erano anche i lavori di manutenzione delle strade delle frazioni come ad esempio quella di Sassa.
Tra i diversi episodi portati a galla dall'accusa ad esempio quello nel quale Di Gregorio, dirigente comunale, avrebbe ricevuto da parte di Carmine D'Alessandro, nell'ambito di un accordo illecito, una lista di imprenditori privati in modo da invitare alla gara solo operatori di fiducia dello stesso. In sede dibattimentale sono emerse violazioni dei diritti della difesa, tanto che il Collegio del Tribunale ha dichiarato la nullità del rinvio a giudizio e della richiesta. Le carte sono tornate così al pubblico ministero il quale ha preso atto della prescrizione dei reati contestati. Alcuni di essi ruotavano su intercettazioni telefoniche che «non sono state integralmente poste a disposizione delle parti, ciò ne implica l'inutilizzabilità».
Il Gip ha infine messo la parola fine. Gli imputati sono stati assistiti dagli avvocati Antonio Milo, Ubaldo Lopardi, Luca Ercole, Stefano Rossi, Massimo Manieri, Massimo Carosi, Roberto Tinari, Lanfranco Massimi.
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