Hanno chiesto scusa alla città, ammettendo subito dopo le responsabilità che gli sono state addebitate dai carabinieri della Compagnia e dagli agenti di polizia, nell'ambito una rissa, l'ennesima, avvenuta giovedì notte all'Aquila in un'affollata via Garibaldi dove a farne le spese anche un addetto alla sicurezza del locale da loro preso di mira.
Sono stati rimessi in libertà (dopo tre giorni in custodia cautelare presso le celle di sicurezza della Questura e della stazione carabinieri), con l'obbligo di permanere nei comuni di residenza (a Roma), i tre operai dipendenti di una ditta edile sempre capitolina (impegnata in città in lavori di ristrutturazione post sisma) accusati a vario titolo di rissa e resistenza a pubblico ufficiale.
Ieri i tre indagati, sono comparsi dinanzi il Gip del Tribunale dell'Aquila, Guendalina Buccella per la convalida dell'arresto. I tre hanno esordito chiedendo scusa ai cittadini aquilani per l'accaduto ammettendo gli addebiti mossi dal pm titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Marco Maria Cellini, precisando di essere stati aggrediti da giovani presumibilmente del posto e di aver reagito di conseguenza.
Al momento di aquilani non vi è traccia mentre da parte degli investigatori è emerso come già qualche giorno prima il terzetto era stato identificato per schiamazzi fuori il locale Nova Vita (estraneo a comportamenti illegali o di censura).
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