Lorenzo morto a 14 anni per un aneurisma rarissimo: due medici assolti

Angelo Flavio Mucciconi attuale direttore sanitario dell'ospedale di Sant'Omero
di Teodora Poeta
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Giovedì 3 Giugno 2021, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 10:40

A tre anni dall’inizio del processo e a quasi sei da quel tragico pomeriggio in cui il 14enne Lorenzo Panichi di Tortoreto, in provincia di Teramo, morì dopo uno choc emorragico successivo alla rottura dell’aorta, sono stati assolti perché il fatto non sussiste sia il medico del pronto soccorso di Sant’Omero che all’epoca visitò il giovane paziente, Angelo Flavio Mucciconi, oggi direttore sanitario del presidio ospedaliero di Sant’Omero, sia la radiologa Mariantonia Di Giandomenico, entrambi accusati di omicidio colposo. Una vicenda che risale al pomeriggio del 28 agosto 2015. Quella mattina il 14enne si sente male e i suoi genitori lo portano all’ospedale di Sant’Omero. Ha la tosse e un persistente dolore alla spalla destra. Dopo la visita al pronto soccorso e gli esami, Lorenzo viene dimesso con una diagnosi di bronchite.

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A casa, però, i dolori peggiorano e i familiari chiamano l’ambulanza che lo trasporta all’ospedale di Giulianova dove arriva in condizioni già disperate e nel pomeriggio Lorenzo muore. Durante il processo il medico del pronto soccorso di Sant’Omero, oggi assolto, ha detto: «Ad un aneurisma aortica toracica non ci penseresti mai perché i casi in età pediatrica sono rarissimi». Secondo uno studio americano, infatti, su 23 milioni di persone osservate per 10 anni, nessuno ha avuto la patologia di Lorenzo in età pediatrica.

Per l’accusa, però, ci sarebbe stato «un percorso diagnostico omissivo» per gli esami ematochimici non eseguiti. Mucciconi, però, che si è sottoposto all’esame, ha spiegato a suo tempo che Lorenzo quando arrivò al pronto soccorso «aveva già una terapia in corso, era in trattamento dal suo medico per la bronchite, e la situazione non era allarmante, saturava bene, non aveva febbre né tosse».


Per due ore, quindi, è rimasto in osservazione, mentre gli veniva fatta dalla Di Giandomenico una radiografia, richiesta alle 11.16 e refertata alle 12, che ha confermato la diagnosi di bronchite. A processo c’è stato uno scontro di consulenze e perizie con il medico del pronto soccorso che con fermezza ha continuato a sostenere che pur di fronte ad una diagnosi certa, impossibile da fare visti i casi esistenti al mondo di una patologia rarissima in età pediatrica, «non ci sarebbero stati i tempi per trasportare Lorenzo nel più vicino ospedale con una cardiochirurgia pediatrica, ossia ad Ancona».

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