Le sue opere hanno addirittura percorso le acque del Gange, il fiume sacro degli indiani. Se n'è andato ieri mattina, stroncato a 70 anni da un infarto nella propria abitazione, l'artista loretese Sergio Fiucci, conosciuto come Beato Maestro del Provvisorio. Lascia la moglie, Manola Delli Passeri, e un figlio, Adamas. Insegnante di educazione artistica in pensione, era tornato nella sua Loreto negli anni '90 dopo gli studi a Roma e la cattedra a Varese. Pittore, poeta e filosofo. Ma anche musicista: da ragazzo aveva girato l'Italia con una rock band.
Poi si era espresso con immagini e parole, sempre provocatorie e anticonformiste, refrattarie ad ogni forma di catalogazione. Mai piegato al potere, Fiucci è stato un rivoluzionario. Amava l'India: epico il suo viaggio, raccontato con un taccuino (India '90) e centinaia di foto, in cui fece anche immergere alcune delle sue opere nel Gange. La casa trasformata in un affascinante museo permanente, il Beato Maestro ha esposto i suoi quadri a Roma, Milano, Firenze e non solo.
La notizia della sua scomparsa ieri ha addolorato la comunità vestina che lo aveva apprezzato e, perché no, anche temuto in questi anni per l'irriverenza della sua arte.