Morte del generale Conti, non fu omicidio: resta il giallo della sigaretta

Morte del generale Conti, non fu omicidio: resta il giallo della sigaretta
di Patrizio Iavarone
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Martedì 17 Dicembre 2019, 09:02
Il punto da chiarire resta sostanzialmente quello del Dna sul mozzicone ritrovato vicino al cadavere, una marca di sigarette che non sembrerebbe essere quella fumata saltuariamente da Guido Conti che pure, in auto, aveva lasciato il suo pacchetto. Il risultato delle analisi fatte dal Ris di Roma a settembre non è ancora arrivato sui banchi della procura della Repubblica di Sulmona che, soprattutto per questo, ha chiesto ed ottenuto un rinvio (rispetto al termine del 30 novembre che era stato fissato) al prossimo 31 gennaio per chiudere le indagini sulla morte del generale dei carabinieri-forestali, trovato cadavere sul monte Morrone, nel Comune di Pacentro, il 17 novembre del 2017.

Per il resto il supplemento di indagini che il giudice aveva chiesto di fare alla procura, respingendo l’archiviazione del caso come richiesto dalla famiglia di Conti, è stato di fatto concluso: il chiarimento sulla presenza di una Porsche Cayenne nella zona (chiusa al traffico) quel giorno, l’escussione di alcuni testimoni tra cui alti gradi dell’Arma che nei giorni precedenti alla morte chiamarono sull’utenza di Conti e alcuni dei vertici di Total a servizio della quale, sul discusso sito petrolifero di Tempa Rossa in Basilicata, il generale era stato “arruolato” un mese prima della sua morte. La pista del nuovo incarico, che si sia trattato di suicidio, istigazione al suicidio o ancora di omicidio, resta d’altronde quella maggiormente battuta dagli inquirenti e, in un cero senso, anche quella più logica, essendo stato per lui quel cambiamento un motivo di stravolgimento di vita e di ambiente.

La tesi dell’omicidio, che pure era stata ipotizzata nelle memorie dell’avvocato di famiglia, Alessandro Margiotta, sembra tuttavia essere sfumata dalla ulteriore verifica sulla dinamica del presunto suicidio e sulla posizione in cui Conti venne ritrovato che, secondo il perito, sarebbe compatibile con un colpo sparato dalla stessa vittima alla tempia. Una volta aggiunto il tassello del Dna (tanto quello del mozzicone di sigaretta, quanto quello del sangue ritrovato sui suoi abiti) la procura dovrebbe avere il quadro più chiaro e procedere, di conseguenza, ad avanzare la sua richiesta al Gip: che sia quella di una reiterata archiviazione o quella di un’ipotesi di istigazione al suicidio, ipotesi di reato da cui ci si è mossi sin dall’inizio due anni fa, quando il corpo del generale, famoso per le sue scomode inchieste in tema di violazioni ambientali, venne ritrovato sotto un albero del suo amato Morrone. 
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