All'orsa temeraria, fu dato proprio il nome dell’anziana, in quanto tra lei e il plantigrado, era nato un rapporto davvero unico. La signora Giacomina, da anni si alzava all'alba per coltivare il suo orto, situato in paese. Trascorreva le giornate, fino a tarda sera, prendendosi cura degli alberi di melo e pero, come del resto delle altre piante, che adornavano l’appezzamento di terra. Quella frutta, però, aveva qualcosa di speciale. Era destinata all’orsa Giacomina, per la sua dieta vegetariana. Infatti, quando all’imbrunire l’anziana si allontanava, per fare rientro nella sua dimora, spuntava, puntuale, dal bosco sottostante, l'orsa Giacomina. Aveva i suoi orari e la sua tecnica di approvvigionamento. Attraversava indifferente la strada, anche in presenza di persone. Scavalcava la recinzione dell’orto e si introduceva all’interno, dando sfogo a un meraviglioso spettacolo naturalistico.
Dopo essersi arrampicata sull’albero, cominciava a gustare la frutta, lasciata da Zì Giacomì, ma senza fare ulteriori danni alle altre colture. L’anziana aveva un affetto profondo verso la fauna protetta. Del resto era la madre del Guardiaparco, nonché vice sindaco del comune di Civitella Alfedena, Romano Visci. Attraverso di lui, aveva capito anche l’importanza del rapporto e del rispetto, uomo-animale selvatico. «Un rapporto silenzioso ma costante - continua il post - la complessa semplicità dell'amicizia; Giacomina era felice così e guai a
chi toccava la sua orsa».
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