Maxi discarica nel Vastese, i sindaci protestano in Regione

Maxi discarica nel Vastese, i sindaci protestano in Regione
di Antonino Dolce
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Lunedì 18 Marzo 2019, 09:22
Ancora dei piccoli Davide che proveranno ad avere la meglio su Golia. La storia si ripete e i piccoli comuni del Vastese si mettono insieme per dire "No" alla trasformazione di Valle Cena in vallata delle discariche. La manifestazione di sabato scorso, come previsto, ha dato solo il via alle prime tre giornate di mobilitazione. Ieri pomeriggio a Furci si è tenuta un'affollata assemblea pubblica in vista della trasferta a Pescara sotto la sede di quella Regione che domani potrebbe dare il via libero definitivo al progetto della Vallecena srl (società ad hoc dell'imprenditore di Vasto del settore rifiuti, Gianni Petroro) di una discarica da 150mila metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi. Si tratta di una vasca dalla durata stimata di 5 anni a fronte dei 13 dell'iter autorizzativo.

«Dall'originario progetto del 2005 – ha ricordato il sindaco Angelo Marchione – è sparito l'impianto di trattamento dei rifiuti. Fanghi e scarti industriali non saranno trattati prima di essere messi in discarica e ricoperti una volta esaurita la capienza». Tante le criticità secondo il sindaco affiancato nella battaglia dal collega di San Buono, Nicola Filippone: «L'area è circondata da terreni franosi, i rifiuti ammissibili sono troppi e senza alcun vincolo sulla provenienza, la zona da sacrificare ha destinazione agricola». Inoltre, si teme per la falda acquifera sottostante. Dopo la manifestazione in Valle Cena, Marchione ha fatto il giro del Vastese per raccogliere le firme degli altri primi cittadini: «Siamo a 20 adesioni, le altre stanno per arrivare: è un intero territorio che dice no». Presente anche il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, storico esponente di centrosinistra, che ha riservato un duro attacco frontale a Pd e altri esponenti: «Il segretario provinciale Cordisco che disquisisce su tutto che ne pensa? E il sindaco di Cupello? Abbiamo creduto che la pratica fosse morta e sepolta con le rassicurazioni di D'Alfonso e Mazzocca: due chiacchieroni».
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