Tentano di ricattare il direttore di banca con screenshot fasulli: indagati marito e moglie

Tentano di ricattare il direttore di banca con screenshot fasulli: indagati marito e moglie
di Teodora Poeta
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Sabato 24 Settembre 2022, 08:20

Hanno provato ad estorcergli del denaro dopo averlo ingiustamente accusato di aver avuto una relazione extraconiugale utilizzata proprio per il ricatto, ma sono finiti a processo. E’ successo ad una coppia di coniugi di Crognaleto che adesso devo rispondere dell’accusa di tentata estorsione di fronte al giudice monocratico Claudia Di Valerio (entrambi sono difesi dall’avvocatessa Manola Di Pasquale).

I fatti contestati risalgono a novembre del 2019. A costituirsi parte civile, assistito dall’avvocato Cataldo Mariano, l’allora direttore della filiale di Aprati della banca popolare di Bari. E’ proprio nei suoi confronti che marito e moglie, M.F. ed R.B., entrambi clienti della banca e quindi conosciuti dal direttore, provarono ad estorcere del danaro. In aula, l’altro giorno, è stata ascolta la presunta vittima che ha raccontato l’accaduto. «Un lunedì mattina mi ritrovai dei messaggi sul cellulare aziendale della banca con delle minacce rivolte a me e a mia moglie – ha detto -. Il numero dal quale erano arrivati, però, non era neanche memorizzato». Oltre ai messaggi erano stati inviati "pure degli screenshot di conversazioni - ha spiegato sempre il direttore – in cui chi scriveva faceva riferimento alla moglie della persona che solo dopo ho capito chi fosse, ossia un cliente della mia banca».

Una donna pure lei cliente di quella stessa filiale. Con insistenza, quindi, l’uomo gli ha cominciato a dire che "avevo fatto una gran cazzata ad intrattenere una relazione con sua moglie", ha specificato in aula. "Ma non era vero niente.

Loro erano solo clienti della banca. Eppure ha continuato sostenendo che avrebbe raccontato tutto a mia moglie, ai miei colleghi e ai vertici della banca". Con un falso nome, ha dichiarato sempre il direttore, avrebbe pure inviato un’e-mail alla banca. Dopodiché c’è stata la richiesta di denaro perché a quanto pare, "scrivendo al plurale", ha sottolineato sempre il direttore in aula, "con un sms arrivato da un altr’altra utenza mi hanno scritto che per ogni screenshot volevano mille euro.

«Almeno ti salvo la reputazione. Sennò pubblico tutto su facebook». Quando quella stessa mattina il direttore "quasi in stato di choc" si è poi recato in questura per la querela, ha trovato fuori l’uomo ad attenderlo. "E lì ho capito chi fosse", ha detto. Subito dopo è stato il pm di turno, lo stesso giorno, a disporre una perquisizione domiciliare, come ha chiarito un ispettore della Squadra mobile pure lui sentito in aula come teste, che ha portato al sequestro di un cellulare e di due schede telefoniche, entrambe intestate alla moglie dell’uomo pure lei imputata nel processo, usate per inviare i messaggi. Proprio recentemente un’altra coppia di coniugi è finita ai domiciliari proprio per aver tentato un’estorsione stavolta ai danni dell’effettivo amante di lei. 

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