Delitto dell'ex carabiniere, marito e moglie: «Non abbiamo ucciso Cianfrone»

Delitto dell'ex carabiniere, marito e moglie: «Non abbiamo ucciso Cianfrone»
di Luigi Miozzi
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Venerdì 12 Giugno 2020, 11:32
Si professano innocenti, Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli, i coniugi in stato di fermo con l’accusa di aver compiuto l’omicidio dell'ex carabiniere chietino Antonio Cianfrone. Moglie e marito - la prima rinchiusa nel carcere di Castrogno e il secondo nella casa circondariale di Marino del Tronto - hanno incontrato il loro difensore di fiducia, l’avvocato Alessandro Angelozzi, al quale hanno entrambi confermato di essere totalmente estranei a quanto sostenuto dalla Procura di Ascoli nelle oltre quaranta pagine che costituiscono il decreto di fermo.

Ad inchiodare i coniugi per la Procura sarebbero i tabulati telefonici. Dai dati delle celle dei ripetitori moglie e marito verrebbero collocati proprio nella zona dove è stata compiuto l’omicidio. Ma Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli rigettano ogni accusa e domani, nel corso della udienza di convalida, dovranno ribattere punto per punto tutte le accuse mosse nei loro confronti. Soprattutto, dovranno dire dove si trovavano mercoledì 3 giugno tra le 8,30 e le 9 quando Antonio Cianfrone è stato freddato mentre stava facendo jogging. Dovranno fornire un alibi in grado di smontare il castello accusatorio.

Restano ancora da chiarire due aspetti, il primo è il movente. L’altro nodo da sciogliere è quello dell’arma. La pistola usata per uccidere non è ancora stata ritrovata. La pistola, che si ipotizza possa essere una a tamburo dal momento che non sono stati rinvenuti i bossoli, viene cercata con l’ausilio del metal detector. Indicazioni importanti potranno arrivare dall’autopsia eseguita ieri. Dall’esame è stato confermato che a raggiungere Antonio Cianfrone sono stati quattro colpi, tre dei quali esplosi alle spalle che sarebbero risultati quelli micidiali.
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