Nel corso della discussione, davanti al giudice Virginia Scalera, l’avvocato della difesa, Carlo Corradi, aveva invocato l’assoluzione, dopo avere illustrato le risultanze di una consulenza di parte nella quale si dava conto del delicato stato di salute mentale della sua assistita e del percorso di sostegno psicologico intrapreso dalla stessa. Il pm Rosangela Di Stefano aveva chiesto invece la condanna “alla pena di giustizia”. La donna – sulla base di quanto ricostruito dall’accusa – in più occasioni percosse i figli, “per futili motivi in relazione alla tenera età”, picchiandoli con una cinta, lanciando le proprie scarpe addosso ai ragazzini e graffiandoli. In un’occasione avrebbe anche premuto un giravite sulla nuca di un figlio e un’altra volta avrebbe sistemato lo stesso figlio nella vasca da bagno, per poi sottoporlo ad un getto di acqua gelida. La madre era inoltre solita strillare, “incurante dei pianti dei figli” e arrivò a trascurare i pasti dei minori, “facendoli vivere in un clima di tensione e sopraffazione”. A rendere ancora più tragica la vicenda, il fatto che i tre figli presentano deficit cognitivi e comportamentali. I minori furono ascoltati in fase di incidente probatorio e la madre venne rinviata a giudizio.
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