Mafia, la mostra del super pentito Mutolo: già venduti tre quadri

Mafia, la mostra del super pentito Mutolo: già venduti tre quadri
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Mercoledì 20 Novembre 2019, 10:17
Una mostra iniziata alla grande, a Giulianova. È bastata la prima giornata d’apertura e Gaspare Mutolo, super pentito di mafia, ha già venduto tre quadri e ne ha altrettanti prenotati. L’evento, che ha voluto con forza Gabriellino Palestini, che ha conosciuto Mutolo a Teramo, viene ospitata nel Loggiato del Sottobelvedere - si tratta di una quarantina di opere - a cura dalla RespirArt gallery di Berardo Montebello.

«Ero un po’ scettico - confida Palestini - quando ho deciso di organizzare la nostra in onore di un mio vero amico, perché i giuliesi sono spesso restii alle novità, specie di questo tipo, ma già la sera della presentazione mi sono reso conto che era un’iniziativa valida e che avevo fatto la scelta giusta. Mutolo è stato anche in collegamento durante l’inaugurazione. E' stato ricordato come per molti anni Mutolo non ha potuto firmare i suoi quadri e ha dovuto fare ricorso a uno pseudonimo, da quando è diventato collaboratore di giustizia. Alcuni glieli aveva sottratti addirittura Luciano Liggio, ma oggi può finalmente rivendicare la paternità di quelle opere».

«Ho scoperto la passione per la pittura in carcere - ha confidato il collaboratore di giustizia, Mutolo al telefono da una località segreta – è stato un compagno di cella, un calabrese, a insegnarmi i primi rudimenti. Da allora non mi sono fermato più, ormai vivo per la pittura. Soprattutto dal 2016, da quando è morta mia moglie a causa di una malattia. Ho quattro figli, vivono tutti in Italia, sono diventato anche nonno perché il primo, Vito, mi ha regalato dei nipotini. Oggi la mia vita è fede ed arte».

Dove vengono vendute le sue opere e quanto costano? «Vendo quadri anche in Olanda, Francia e Germania grazie all’aiuto di alcuni giornalisti ai quali ho raccontato la mia storia e l’hanno fatta conoscere nel loro Paese. Se costano troppo? No, li vendo a un prezzo che varia dalle 300 alle 700 euro e posso dire che ho successo, che la gente li apprezza e li compra e non solo perché fa notizia che a dipingerli sia stato io. Sono convinto che diventeranno famosi tra cinquant’anni. Io, tra l’altro, ho bisogno di venderli perché mi aiutano a vivere, ma con il ricavato riesco a fare anche della beneficenza». 
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