Giulia giù dal viadotto, la mamma scrive a Papa Francesco: «E' stato un omicidio, ci aiuti»

Giulia giù dal viadotto, la mamma scrive a Papa Francesco: «E' stato un omicidio, ci aiuti»
di Tito Di Persio
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Lunedì 7 Dicembre 2020, 09:13

«Lo spirito del Natale, quel sentimento di gioia diffuso che molte persone vivono sotto le feste, per i familiari delle vittime rappresenta un dolore insopportabile». E’ un passaggio della lettera che Meri Koci, la madre di Giulia Di Sabatino (la giovane 19enne di Tortoreto morta precipitando da un viadotto autostradale nel settembre del 2015) ha inviato a Papa Francesco. «Caro Papa Francesco, sono Mari la mamma di Giulia – si legge nella toccante missiva –. Ho avuto il bisogno di scriverle perché si avvicina il Santo Natale e il dolore per l’omicidio della mia cara figlia è davvero insopportabile. Scrivo io, anche se non sono nessuno, se non una piccola briciola di questa società». La richiesta al Pontefice, è anche quella di aiutarla a fare chiarezza: «E' stato omicidio e non suicidio».


Poi “in lacrime e con il rosario tra le mani” dice di pregare tantissimo per avere la forza di lottare affinché la verità su ciò che è accaduto nella notte di quel settembre 2015 venga fuori. Un pomeriggio, continua il suo racconto la donna, mentre pregava piangendo sulla foto della sua amata Giulia, alla tv ha ascoltato la voce calda e rassicurante del Santo Padre che affermava «il potente è della parte del più forte». «Allora mi sono asciugata le lacrime – dice Meri – e mi sono sentita capita, come tantissime madri come me, che soffrono in silenzio la freddezza e l’indifferenza dell’ingiustizia da parte dei potenti».


Nel contempo, mentre la procura di Teramo lo scorso 21 ottobre ha detto no alla riapertura delle indagini chiesta dai genitori della ragazza convinti che si sia trattato di un omicidio, per ora l’inchiesta resta circoscitta al suicidio resta un suicidio senza la necessità di disporre ulteriori indagini oltre a quelle già fatte.

Il mistero della morte di Giulia con tanto di successivo sequestro di 134mila file segreti e 2000 video, scoperti da un’indagine parallela della polizia postale su un presunto giro di pedopornografia e induzione alla prostituzione che vede indagato un uomo di 30 anni, e una serie di contatti, interessa sempre è diventata di interesse nazionale.

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