Il ricatto gay è durato da giugno 2014 al 15 settembre 2015. L’imputato, difeso dall’avvocato Errico Sacco, ha preteso soldi facendosi consegnare 4 mila euro che l’altro, cinquantenne, versava su prepagate poste pay. In un’occasione ha chiesto altri mille euro, dietro minacce di morte, ma la vittima, stanca dei soprusi, si è rifiutata e l’ha denunciato. All’inizio l’imputato chiese soldi per tornare in Bulgaria a far visita ai famigliari, poi vista la facilità con cui lo otteneva ha avanzato richieste per tutte le sue necessità. Tra le minacce, confermate dalle intercettazioni telefoniche, anche quella di bruciare casa alla vittima, dinanzi alla quale lasciava pure biglietti minatori.
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