L'AQUILA - Scampati miracolosamente al crollo della Casa dello studente con 8 morti, ma segnati ugualmente dall'immane tragedia. A loro è stata riconosciuta la sindrome post traumatica da stress e per questo dovranno essere risarciti dalla Regione e Adsu.
L'importante pronunciamento è stato emesso dal Tribunale civile dell'Aquila (giudice Monica Croci) che con una serie di sentenze ha riconosciuto il danno subìto dalle vittime sopravvissute nella notte del 6 aprile 2009. Tre gli studenti (assistiti dagli avvocati Wania Della Vigna e Guido Felice De Luca) della somma di 100mila euro, 190mila euro ed infine 250 mila euro.
Per il giudice Croci «sussiste la responsabilità dei due enti: la Regione in quanto proprietaria dell'edificio e l'Adsu in quanto usuaria dello stesso con obbligo di manutenzione ordinaria e straordinaria. Come noto, l'art.2053, c.c. pone in capo al proprietario la responsabilità per i danni derivanti dalla rovina di un edificio.
«Risulta positivamente accertato- si legge sempre nella sentenza- che l'immobile collassò per proprio per vizi originari di costruzione e per la difettosa manutenzione dello stesso, eseguita in dispregio delle cautele che avrebbero dovuto governare l'operazione».
Pertanto accertata la responsabilità degli enti oltre che dei tecnici, condannati in via definitiva, la Croci alla luce delle consulenze medico legali ha riconosciuto «la sussistenza del disturbo post-traumatico da stress e quindi deve ritenersi sussistente il danno alla salute psichica».
Dal momento che le sentenze sono immediatamente esecutive, i due legali colgono l'occasione per invitare il Governatore della Regione Abruzzo e le assicurazioni per l'Adsu ad adempiere al pagamento del risarcimento dovuto, «adempimento che purtroppo non si è ancora verificato. Si ricorda-concludono i due legali- che la prima sentenza civile di condanna per la Regione, in ordine di tempo, per i familiari di un ragazzo deceduto chiamato Michelone risale all'agosto 2018 e finora non è stato ancora pagato nulla ai familiari ed entro questo anno si attende la decisione della Corte d'Appello dell'Aquila».
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