Bella, riservata e sfortunata: chi era Valentina, morta in circostanze misteriose all'Aquila

Bella, riservata e sfortunata: chi era Valentina, morta in circostanze misteriose all'Aquila
di Stefano Dascoli
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Giovedì 23 Agosto 2018, 09:56
Una fine tragica, dopo un’esistenza tormentata, difficile. E’ stato un percorso di vita a ostacoli quello di Valentina Buongiorno, 31 anni, trovata morta in circostanze misteriose all'Aquila. Dissanguata, non si sa ancora se per un omicidio o per un incidente. Una vita condizionata certamente dalla perdita del padre, molto giovane. E proseguito poi in una sorta di guerra giornaliera alla ricerca della serenità. O perlomeno così tenta di descrivere la sua beve esistenza chi l’ha conosciuta da vicino. Senza lesinare parole dolci, di apprezzamento, soprattutto per la sua semplicità, la sua genuinità, il carattere necessariamente forgiato per affrontare le avversità.

Era bella ed esuberante, Valentina, come nella normalità dei suoi trent’anni. Qualche volta, forse, anche oltre. Certamente fuori dal coro, come testimonia la sua totale assenza dal mondo dei social, un unicum nell’epoca dei like sfrenati, delle storie istantanee, della vita in vetrina. E invece Valentina aveva scelto altri parametri, probabilmente senza che nessuno potesse entrare davvero nel cuore della sua esistenza. Dopo la morte del padre è stata mamma Carmelina a tirarla su, con difficoltà e grande tenacia, insieme al fratello Leonardo, oggi impegnato nel suo lavoro ai laboratori di Fisica nucleare, con una ditta esterna. Lei, Valentina, ci aveva comunque sempre messo del suo: impieghi saltuari, a volte più stabili. Poco si sa anche della sua vita sentimentale. C’è chi parla di un compagno, chi di un ex. Ma sempre in una sfera di grande riservatezza.

Quello che conta, ora, è sapere come Valentina è morta. Una tragica fatalità o altro? La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio, al momento contro ignoti. Bisognerà capire perché la ragazza è tornata in quella palazzina che doveva restare interdetta dopo l’esplosione che si è verificata a marzo scorso all’interno di un garage, causata da un 74enne. Bisognerà capire se voleva rientrarvi per prendere qualcosa da portare poi nei vicini Map, dove alloggiava con madre e fratello. Oppure se, in compagnia di qualcuno, abbia scelto quel luogo così familiare per un confronto, una chiacchierata, un incontro riservato, magari poi sfociato in altro. Gli elementi di certezza sono pochi: la chiave spezzata dall’esterno nella toppa della serratura. Il vetro rotto. Il corpo flagellato dalle ferite, più profonde alle gambe. Questi sono i momenti dell’incredulità e delle ipotesi, alcune anche incontrollate e fuori luogo. L’autopsia dirà di più. Intanto c’è da lenire il profondo dolore di tutta una comunità, che ha perso un fiore giovane e fresco, certamente fragile, ma bello e con tutta una vita ancora davanti.
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