Rifiuti da Roma, stop dell'Abruzzo: «Soltanto richieste preliminari»

Rifiuti da Roma, stop dell'Abruzzo: «Soltanto richieste preliminari»
di Stefano Dascoli
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Martedì 9 Gennaio 2018, 14:07
L'AQUILA  - Al momento c'è molta più politica che sostanza nella querelle sui rifiuti di Roma da trattare in Abruzzo. Ieri in Regione si è tenuto un vertice lampo (trenta minuti appena) dal quale non è scaturita alcuna decisione operativa. Il sottosegretario alla presidenza, con delega all'Ambiente, Mario Mazzocca, si è addirittura spinto a parlare di fake news: «Non poteva che venir fuori una richiesta di approfondimento. Via libera a cosa? Non c'è neanche la richiesta del Comune di Roma. Dalle mie parti si dice che uno se la suona e se la canta». Poi, in un'intervista televisiva pubblicata sulla sua pagina Facebook Mazzocca ha chiarito i termini della questione: «Prima di Natale ci è pervenuta una ulteriore richiesta di disponibilità per valutare la possibilità di trattare, ripeto trattare, una quota di circa 100 tonnellate al giorno di rifiuti. L'Abruzzo già dal 2015 opera in soccorso di Roma Capitale per trattare 180 tonnellate al giorno nell'impianto Aciam di Aielli. Facciamo già la nostra parte. Su questa ulteriore richiesta avvieremo un approfondimento attraverso un'istruttoria, ma non c'è nulla in vista, né fra un'ora né domani. Le dichiarazioni dell'ad di Ama (municipalizzata romana dei rifiuti) ci lasciano in qualche modo sconcertati».
Anche il governatore Luciano D'Alfonso ha parlato a più riprese ieri. Prima al Tgr Rai, aprendo al soccorso alla Capitale previa «valutazione di un curriculum sui termini dell'emergenza, sui tempi, le quantità, su quello che stanno facendo per riorganizzarsi. Abbiamo già dato prova di solidarietà con impianti della Marsica ha spiegato -, abbiamo una capacità ulteriore di trattare l'indifferenziato che va molto oltre il nostro fabbisogno, ma a certe condizioni, intanto che emerga la loro capacità di superare in breve tempo l'emergenza». Poi, a Radio24, ha annunciato la volontà di promuovere un incontro «di merito» quanto prima: «Abbiamo avuto il terremoto e Rigopiano, conosciamo questo valore , però vogliamo conoscere il curriculum di questa vicenda. Noi abbiamo oltre 250 mila tonnellate in più di capacità da offrire, ma non la vogliamo consumare rispetto alla pigrizia».

BOTTE E RISPOSTE
Il caso, ovviamente, ha dato la stura a uno scontro politico al calor bianco. Il Pd, in sostanza, ha aperto all'aiuto chiedendo ai Cinque Stelle di ammettere l'incapacità amministrativa. L'opposizione ha attaccato duramente la giunta D'Alfonso, addirittura i salviniani (Giuliante, D'Eramo e Imprudente) hanno chiesto le dimissioni in blocco sostenendo che la vicenda, in realtà, prende le mosse da un preciso accordo politico formalizzato all'epoca della giunta Marino. «L'emergenza di Roma e lo scontro politico-elettorale tra Pd e M5S non può ricadere sui cittadini, per questa ragione occorre chiarezza ha detto Lorenzo Sospiri di Forza Italia -. Vogliamo sapere se a Roma ci sia o meno un reale stato d'urgenza». Mauro Febbo ha chiesto al governo regionale di fare «immediatamente piena luce e soprattutto dica tutta la verità su quantità, qualità, tipologia, sulla collocazione e sulla lavorazione dei rifiuti. Non vorrei che l'incapacità amministrativa dei Cinque Stelle si trasformasse in occasione ghiotta di business». Sulla stessa linea il deputato azzurro Fabrizio Di Stefano: «Se ai 5 Stelle chiediamo coerenza, sempre che ne siano capaci, ammettendo il disastro della Raggi, al Pd invece chiediamo chiarezza: quante tonnellate di rifiuti al giorno arriveranno? Per quanto tempo? Come verranno smaltite?».
E i grillini, in una nota dei consiglieri regionali, reagiscono con veemenza: «È il Governo di Luciano D'Alfonso che ha deciso di spalancare le porte ai rifiuti Italiani, Regione Lazio ci manderà i suoi e tra i suoi ci saranno anche quelli di Roma perché, forse non è chiaro a tutti, Roma non è uno Stato a sé, ma una città de Lazio. Provare a dare la colpa al M5S del fallimento del Governo regionale è ridicolo».

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