La baronessa di Bolognano: «Non esiste altra forza rivoluzionaria che il potere creativo dell’uomo»

Joseph Beuys e Lucrezia De Domizio Durini
di Sabrina Giangrande
3 Minuti di Lettura
Lunedì 10 Maggio 2021, 20:21

Joseph Beuys è la figura che meglio rappresenta, con la sua vita e le sue opere, l’energia centrifuga e anti-tradizionale che l’arte contemporanea ha prodotto negli ultimi decenni, ma Beuys era innanzitutto un uomo che amava gli uomini e la natura in cui gli uomini vivono. «Non ha inventato nessun metodo- si legge in una nota- ma ha dedicato con generosa umanità l’intera sua vita alla ricerca del miglioramento dei metodi esistenti. In tutta l’opera di Beuys vi è una forte connotazione simbolica, che in parte va a riunirsi all’interesse scientifico in senso sperimentale e in parte confluisce nella zona intuitiva e creativa dell’uomo. La creatività è per Beuys strettamente legata alla natura di tutti gli uomini e da essa non può inoltre essere disgiunta in alcun modo una profonda connotazione di libertà».

Il volume “Vergogna e verità” (Mondadori Electa) scritto dalla baronessa abruzzese Lucrezia De Domizio Durini, è un grande omaggio all’artista Joseph Beuys nel centenario della sua nascita (12 maggio 1921), con una critica all’attuale sistema politico-culturale, unita alla riscoperta di valori etici e morali importanti. 

«Una vita, una storia- prosegue la nota- una testimonianza a cuore aperto con le riflessioni di una protagonista dell’arte e della cultura italiana e internazionale. Un’accusa tagliente e documentata all’attuale sistema politico e culturale con una particolare attenzione ai gruppi e alle istituzioni dominanti del nostro Paese, ma anche la proposta di una nuova mappa di orientamento attraverso un diverso sistema di valori etici e morali.

Il coraggio e la forza di una donna capace di trasformare ogni dolore, ogni perdita in un momento di rivincita per rimettersi in gioco più forte e determinata di prima, per dire no ai pregiudizi, ai soprusi, alle lobby e ai gruppi di potere».

La baronessa Lucrezia De Domizio Durini, (Trento 1936) personaggio chiave che si interseca nell’esistenza di Beuys e che porta avanti nel mondo il pensiero beuysiano; personaggio inusuale del sistema dell’arte contemporanea opera da circa cinquant’anni nel campo della cultura internazionale, scrittrice, giornalista, curatrice, editrice, lancia alla fine degli anni Sessanta una prima sfida aprendo a Pescara lo Studio L.D., una casa galleria, progettata da Getulio Alviani, Ettore Spalletti e Mario Ceroli.

Sposata al barone Giuseppe Durini di Bolognano, negli anni ’70 la villa di San Silvestro Colli (PE) diviene un centro di incontro per i protagonisti dell’arte di quel momento storico; nel ’71 incontra l’artista tedesco Beuys e lo segue in molti paesi nel mondo; nell’opera di Beuys, la De Domizio troverà il filo conduttore che trasformerà la sua intera esistenza. Lei stessa ama definirsi “Collezionista di Rapporti Umani”.

Il prossimo 12 maggio 2021, in occasione del centenario, verrà inaugurato a Bolognano, in provincia di Pescara, il “Paradise Museum Joseph Beyus”, progettato dall'architetto Maurizio De Caro.

Sabrina Giangrande

© RIPRODUZIONE RISERVATA