Coronavirus, incidenza all'Aquila come a Milano. Tre morti: uno da "Villa Sorriso"

Coronavirus, incidenza all'Aquila come a Milano. Tre morti: uno da "Villa Sorriso"
di Stefano Dascoli
3 Minuti di Lettura
Sabato 31 Ottobre 2020, 10:23 - Ultimo aggiornamento: 10:41

L'AQUILA - Dal 1 ottobre scorso L'Aquila vale Milano. Lo dicono i dati sull'andamento dell'epidemia da coronavirus. Confermati, anche ieri, dal nuovo pesante record cittadino dei contagi: ben 73 in appena 24 ore, sebbene 72 di questi derivino da attività di tracciamento dei casi positivi.

A rigor di logica - purtroppo non vi sono dati solidi sulla quantità dei tamponi eseguiti giornalmente in città - questo significa che procede con buoni risultati l'attività di contenimento dei focolai che si sono aperti in città a partire dallo scorso 4 ottobre.

Nel conto, salatissimo, di ieri, ci sono anche da registrare ben tre vittime. L'unica già inserita nel bollettino ufficiale della Regione è Antonietta Gioia, 83 anni, residente a Pizzoli: è il primo decesso dopo le positività alla casa di cura Villa Sorriso di Scoppito. Le altre due sono Luigino Micarelli, 56 anni di Poggio Santa Maria e Margherita Capannolo, 79 anni, residente in città. Micarelli è stato trovato positivo al Covid-19 post mortem.

Era stato trovato l'altro giorno privo di vita all'interno della sua abitazione. A stabilire il contagio sono stati un tampone e una ricognizione cadaverica effettuati sulla salma all'ospedale. Accertato anche un grave edema polmonare causato dal coronavirus, secondo i medici. Verifiche disposte dalla Procura che ha aperto un'inchiesta. Sia la Capannolo che la Gioia sono invece decedute in ospedale, dove si segnalano intanto ancora difficoltà per i tamponi.

I DATI
I numeri, al momento, restano piuttosto preoccupanti e descrivono bene quanto sia critica la situazione. La provincia da ieri è la più colpita d'Abruzzo, avendo superato anche Pescara (2.811 casi totali contro 2.703).

L'Aquila oggi ha un'incidenza di 1,045 casi attivi ogni 100 abitanti.

Per dare una dimensione, basti pensare che sono numeri assolutamente in linea con quelli di Milano, città per la quale si parla insistentemente di un lockdown totale. L'Abruzzo è attorno allo 0,4, l'Italia solo poco al di sopra di questa soglia.

I numeri (guarda i grafici in pdf) arrivano da uno studio effettuato da Riccardo Persio, borsista di ricerca all'Università dell'Aquila. L'altro dato fortemente indicativo è quello del numero dei residenti del comprensorio aquilano interessati oggi dal problema Covid-19, tra positività e isolamenti vari.

A inizio settembre la percentuale era all'incirca dello 0,3%, rimasta costante fino al 5 ottobre. Da quel momento in poi l'incremento è stato repentino e oggi siamo arrivati al 3,7%.

Parliamo, sull'area aquilana che comprende quindi anche i comuni del circondario di circa 80 persone ricoverate (6 in terapia intensiva), quasi mille in isolamento domiciliare e oltre 2300 in sorveglianza attiva perché contatti stretti di casi positivi.

Ben identifica la situazione anche l'indice di difficoltà dei tracciamenti, ovvero il rapporto tra attualmente positivi e persone in isolamento fiduciario. Se a settembre per ogni contagiato si riuscivano a identificare in media circa 10 persone da isolare (buon tracking), oggi questo numero è sceso a 2-2,5.

«L'Aquila è oggi nettamente al di sopra delle medie abruzzesi e nazionali dice Riccardo Persio dopo essere stata per lungo tempo al di sotto, almeno fino ai primi di ottobre. Tra il 15 e il 29 ottobre la situazione è deflagrata. Un trend che va assolutamente invertito rispettando tutte le misure di prevenzione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA