L'AQUILA - Dal 1 ottobre scorso L'Aquila vale Milano. Lo dicono i dati sull'andamento dell'epidemia da coronavirus. Confermati, anche ieri, dal nuovo pesante record cittadino dei contagi: ben 73 in appena 24 ore, sebbene 72 di questi derivino da attività di tracciamento dei casi positivi.
A rigor di logica - purtroppo non vi sono dati solidi sulla quantità dei tamponi eseguiti giornalmente in città - questo significa che procede con buoni risultati l'attività di contenimento dei focolai che si sono aperti in città a partire dallo scorso 4 ottobre.
Nel conto, salatissimo, di ieri, ci sono anche da registrare ben tre vittime. L'unica già inserita nel bollettino ufficiale della Regione è Antonietta Gioia, 83 anni, residente a Pizzoli: è il primo decesso dopo le positività alla casa di cura Villa Sorriso di Scoppito. Le altre due sono Luigino Micarelli, 56 anni di Poggio Santa Maria e Margherita Capannolo, 79 anni, residente in città. Micarelli è stato trovato positivo al Covid-19 post mortem.
Era stato trovato l'altro giorno privo di vita all'interno della sua abitazione. A stabilire il contagio sono stati un tampone e una ricognizione cadaverica effettuati sulla salma all'ospedale. Accertato anche un grave edema polmonare causato dal coronavirus, secondo i medici. Verifiche disposte dalla Procura che ha aperto un'inchiesta. Sia la Capannolo che la Gioia sono invece decedute in ospedale, dove si segnalano intanto ancora difficoltà per i tamponi.
I DATI
I numeri, al momento, restano piuttosto preoccupanti e descrivono bene quanto sia critica la situazione. La provincia da ieri è la più colpita d'Abruzzo, avendo superato anche Pescara (2.811 casi totali contro 2.703).
L'Aquila oggi ha un'incidenza di 1,045 casi attivi ogni 100 abitanti.
I numeri (guarda i grafici in pdf) arrivano da uno studio effettuato da Riccardo Persio, borsista di ricerca all'Università dell'Aquila. L'altro dato fortemente indicativo è quello del numero dei residenti del comprensorio aquilano interessati oggi dal problema Covid-19, tra positività e isolamenti vari.
A inizio settembre la percentuale era all'incirca dello 0,3%, rimasta costante fino al 5 ottobre. Da quel momento in poi l'incremento è stato repentino e oggi siamo arrivati al 3,7%.
Parliamo, sull'area aquilana che comprende quindi anche i comuni del circondario di circa 80 persone ricoverate (6 in terapia intensiva), quasi mille in isolamento domiciliare e oltre 2300 in sorveglianza attiva perché contatti stretti di casi positivi.
Ben identifica la situazione anche l'indice di difficoltà dei tracciamenti, ovvero il rapporto tra attualmente positivi e persone in isolamento fiduciario. Se a settembre per ogni contagiato si riuscivano a identificare in media circa 10 persone da isolare (buon tracking), oggi questo numero è sceso a 2-2,5.
«L'Aquila è oggi nettamente al di sopra delle medie abruzzesi e nazionali dice Riccardo Persio dopo essere stata per lungo tempo al di sotto, almeno fino ai primi di ottobre. Tra il 15 e il 29 ottobre la situazione è deflagrata. Un trend che va assolutamente invertito rispettando tutte le misure di prevenzione».
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