L’Aquila, "Solo Posti in Piedi": i numeri della povertá educativa minorile sono importanti

L’Aquila, "Solo Posti in Piedi": i numeri della povertá educativa minorile sono importanti
di Daniela Rosone
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Lunedì 28 Ottobre 2019, 17:09
L’AQUILA - Tantissime attività portate avanti nel progetto Solo Posti in Piedi per contrastare la povertà educativa minorile e un bilancio più che positivo a quasi un anno dall’inizio. Ma ciò che emerge é che tanto ancora si deve fare per contrastare la povertà educativa come si evince dai dati snocciolati dall’Universitá dell’Aquila.

Troppi bambini hanno risposto che a casa non hanno libri o ne hanno pochi e quasi nessuno ( escluso il cinema) fa altre attività culturali. Obiettivo finale del progetto è la realizzazione di una ludoteca pubblica nel centro storico aperta a tutti ma questo, chiaramente, è solo uno degli strumenti perché la spinta sociale deve essere molto più ampia. Una ludoteca per la quale l’assessore Francesco Bignotti ha spiegato che stanno lavorando su due opzioni : la parte destra del Palazzetto dei Nobili, uno spazio dietro alla chiesetta del Crocifisso di proprietà del Comune per arrivare poi alla collocazione definitiva che si vorrebbe avere nell’ex scuola De Amicis. Nel progetto sono state coinvolte 8 associazioni, 4 istituti scolastici, Comune, Università e fondazione Labos.


Stefania Ziglio, referente amministrativa, ha spiegato che hanno immaginato il progetto come un viaggio che ha preso per mano scuole, bambini e famiglie snocciolando i dati delle attività che hanno raggiunto in totale circa 1400 bambini, 220 insegnanti e 800 genitori passando per le “incursioni” a sorpresa in classe, per le botteghe creative, per gli open day e per i percorsi ludico ricreativi. Accanto a questo ci sono state le attività estive come la scuola al Rodari, l’evento in Piazza Palazzo e quello in Piazza Duomo dove i bambini con i gessetti colorati hanno scritto: “tutti per uno una ludoteca per tutti”. L’obiettivo sarà anche incrementare la presenza dei genitori nelle attività che devono abituarsi a “divertirsi” e a fare progetti con i figli. 


Rita Visione, insegnante del circolo Amiternum, ha riferito che tutte le attività hanno suscitato l’interesse dei bambini e hanno migliorato le loro capacità cognitive e sociali.

Interessanti i dati emersi dal monitoraggio portato avanti dall’Ateneo e dal professor Alessandro Vaccarelli. Dai 631 questionari somministrati a bambini, genitori e ad alcuni insegnanti, emerge che il progetto è piaciuto ma si evidenziano dati critici proprio per quel che riguarda la povertà educativa. Innanzitutto, le criticità post sisma pesano più nelle risposte delle insegnanti rispetto all’opinione dei genitori che ritengono la città adatta per crescere i figli anche se per loro offre poco. Relativamente ai musp i genitori li percepiscono come sicuri ma gli insegnanti non li ritengono adeguati in termini di condizioni ambientali e spazi. Ma il dato più inquietante e che deve far riflettere è che 11 bambini su 100 vivono in condizioni di povertà educativa. Tanti bambini hanno risposto al questionario di non avere libri in casa. Molti di loro non vanno in vacanza e la maggior parte non ha mai partecipato ad uno spettacolo teatrale o musicale (tranne il cinema).

Solo il 12% possiede una scrivania, il 17% uno spazio proprio per poter studiare. L’assessore Bignotti, che ha sempre creduto nel progetto, ha ricordato che fu fatta una delibera di giunta affinché il progetto potesse rimanere anche al di là della sua presenza in giunta. I dati emersi, ha detto, restituiscono un’analisi del territorio che per il Comune sarebbe stato difficile fare. Sulla genitorialitá, ha insistito, stiamo lavorando molto. 



 
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