Simone Toni, 28 anni, colpito dal fulmine: «Sono vivo per miracolo, tornerò sul Gran Sasso»

“Miracolato” dalla catenina d’oro che indossava che ha scaricato parte dell’energia

Lorenzo Toni con Manuel Annese Simone Toni, 28 anni, colpito dal fulmine: «Sono sopravvissuto per miracolo, tornerò sul Gran Sasso»
di Marcello Ianni
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Martedì 28 Febbraio 2023, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 11:03

«Sono sopravvissuto per miracolo, ma tornerò sul Gran Sasso». Parla Simone Toni, colpito da un fulmine lo scorso 27 agosto. La scarica lo aveva portato sull’orlo della morte, ma lui oggi ha recuperato la forza psicologica e fisica. Per scaramanzia, aspettando il 27 agosto di quest’anno per tornare sul Gran Sasso, Simone 28 anni di Tivoli, che lavora nel servizio di vigilanza alla Banca d’Italia, “miracolato” dalla catenina d’oro che indossava che ha scaricato parte dell’energia del fulmine, in questi giorni ha effettuato una prima escursione in montagna con uno dei suoi “angeli”. Ovvero i due amici che erano con lui sul Gran Sasso quel giorno, Manuel Annese di 30 anni (collega di lavoro) e Christian Damiani di 24 anni, entrambi di Roma. Toni ha lottato per la vita nel reparto di Rianimazione dell’ospedale dell’Aquila, vincendo la battaglia.


A distanza di cinque mesi dall’uscita dell’ospedale aquilano, Toni con determinazione ed entusiasmo racconta al Messaggero che «di progressi ne ho fatti tantissimi, anche se zoppico un po’ e uso una stampella. Sono tornato al lavoro, i colleghi mi aiutano. L’essere tornato al lavoro mi aiuta a staccare psicologicamente dalla vita di casa e da tutto ciò che mi è successo. Ho da fare accertamenti al piede, perché non ho ripreso la sensibilità alle dita. La ferita è completamente guarita. Sono tornato alla vita normale, mi auguro di riprendere la sensibilità per camminare meglio e di tornare a correre, a saltare, ad andare in bicicletta». «Sto sotto controllo con il cuore - prosegue Toni - ho preso una bella “botta”, devo fare accertamenti anche ai polmoni. Prima di rientrare al lavoro con il mio amico Manuel e con le compagne abbiamo compiuto una breve escursione su Monte Livata, sui Monti Simbruini, in provincia di Roma.  Abbiamo detto basta, non ce ne frega niente di quello che ci è successo, l’importante è che siamo tutti qui (per un impegno non era presente Damiani, ndr). Quello che ci è capitato non ci deve bloccare, non l’ho mai permesso e non lo permetterò adesso. Ho avuto la forza o mi ha dato la forza qualcuno di superare il tutto e visto che sono qui perché non continuare la mia vita come deve essere? Continuerò a farle le escursioni».


Proprio su questo aspetto il 28enne ha annunciato: «Con i miei amici abbiamo organizzato di tornare il 27 agosto prossimo sul Gran Sasso, vorremmo replicare la passeggiata per mandare a quel paese la mala sorte, per dirci che ce l’ho, ce l’abbiamo fatta e rivivermi quella giornata mai vissuta visto che io di mio non porto nessun ricordo se non delle foto; dentro di me nulla solo l’ospedale dell’Aquila. Voglio rivivere tutto magari con i miei amici, magari con le nostre compagne, per dire che sono stato sul Gran Sasso. Quello che mi ferisce - ha aggiunto il giovane escursionista - quando sento dire perché siete saliti con quel brutto tempo. Lì c’erano molte persone e tutti mi hanno confermato che il tempo era buono e si è guastato all’improvviso, ma la montagna purtroppo ha questo difetto, è stato il primo fulmine caduto che ci ha preso quindi sono stato sfortunato».
 

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