Lo afferma in una nota il direttivo della Camera Penale dell’Aquila, rappresentato dall’avvocato Gian Luca Totani. “La sostanziale soppressione di un Istituto posto a presidio del rispetto del comando costituzionale che prevede che il processo sia svolto in tempi ragionevoli – ha aggiunto - non sarà un danno soltanto per imputati e persone offese che vedranno allontanarsi sempre di più la fine del processo ma anche per lo Stato che - novello Tafazzi - si esporrà a migliaia di ricorsi che le stesse parti proporranno per essere indennizzate proprio a causa dell’eccessiva durata dei processi; i dati dicono che già negli ultimi 3 anni il MEF si è trovato a sborsare 532,7 milioni di Euro in favore di coloro che -in base alla Legge Pinto che prevede che i processi (civili o penali) durino al massimo 6 anni (3+2+1)- hanno proposto domanda di risarcimento; ben più, insomma, dei mirabolanti investimenti promessi dal gioioso Ministro Bonafede. Ma c’è altro che ci preoccupa – si legge sempre nella nota del Direttivo della Camera Penale dell’Aquila: l’impossibilità di definire con il giudizio abbreviato i procedimenti ad oggetto reati puniti con l’ergastolo che, tradendo lo spirito deflattivo del rito, appesantirà tempi e costi dei processi (si pensi all’inutilità di celebrare un processo in Corte di Assise per un omicidio con imputato reo confesso); l’illusoria riforma della legittima difesa che, promettendo vanamente di restringere lo spazio di valutazione del Giudice circa il rapporto di proporzionalità tra aggressione e reazione, pare voler sdoganare forme di giustizia privata; il sedicente decreto “Spazza Corrotti” nel cui testo si accompagnano irragionevoli aumenti di pena (mai la pena è stata deterrente al crimine), pene accessorie perpetue (il famigerato “DASPO a vita per i corrotti”) incostituzionali anche agli occhi di uno scolaro, cause di non punibilità per chi collabora con gli inquirenti (e tutti conoscono - da Enzo Tortora in poi - la “qualità” dei pentiti nostrani), la figura dell’agente infiltrato (quasi che la Pubblica Amministrazione italiana fosse una nuova associazione di stampo mafioso); la “carcerazione senza delitto” prevista sotto forma di trattenimento per 6 mesi nei CPR dal “decreto sicurezza”. Sono tutti segnali questi – evidenzia sempre la Camera Penale dell’Aquila - della profonda e repentina trasformazione che la nostra Giustizia sta subendo: è ormai evidente che un tempo era nota per essere la “culla del diritto” sta diventando la “bara del diritto”. Queste sono le ragioni per cui anche i Penalisti aquilani saranno in astensione dal 20 al 23 novembre; ma tranquilli, non è uno dei fantomatici trucchetti da azzeccagarbugli: la prescrizione dei processi rinviati sarà sospesa sino alla prossima udienza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA