L’Aquila, primo trapianto di rene con il robot "Da Vinci"

L’Aquila, primo trapianto di rene con il robot "Da Vinci"
di Daniela Rosone
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Mercoledì 20 Febbraio 2019, 16:11
L’AQUILA - Primo trapianto di rene al San Salvatore effettuato con il robot chirurgico Da Vinci. Il paziente e il donatore sono già a casa e stanno bene. All’uomo, un molisano, è stato impiantato il rene donatogli dalla sorella. Si apre così un nuovo corso e una nuova applicazione per la chirurgia robotica che segna una svolta nell’attività dei trapianti, non solo all’Aquila ma a livello regionale, riducendo la sofferenza del paziente e riducendo pure i tempi di attesa. In una conferenza stampa in ospedale il direttore generale della Asl Rinaldo Tordera ha tracciato, ad un anno dall’entrata in funzione del robot, un bilancio assolutamente positivo che ha alzato decisamente l’asticella a livello qualitativo. Nel campo dei trapianti di rene, infatti, l’uso dei bracci meccanici è l’ultima delle applicazioni del Da Vinci, usato inizialmente in urologia e a seguire nella chirurgia d’urgenza addominale di fegato e pancreas. Il direttore del reparto di urologia Luigi Di Clemente ha illustrato i vantaggi dell’uso del robot che consente di operare con grande precisione riducendo rischi e consentendo anche una migliore ripresa del paziente in tempi più brevi, essendo la tecnica mini invasiva. Relativamente al primo trapianto, Di Clemente ha chiarito che c’è stata una preparazione di ben sei mesi dietro l’intervento per il training e per studiare tutti i passaggi. A donare, infatti, è stata una persona sana per cui i rischi dovevano necessariamente essere pari allo zero. Si è lavorato, ha spiegato il medico, in due sale operatorie distinte: nella prima un’equipe ha preparato il donatore con una tecnica mini invasiva che non attraversa l’addome ma interviene sul fianco. Nell’altra sala è avvenuta invece la preparazione del paziente ricevente e poi il trapianto robotico con il rene che è stato riposizionato all’interno della cavità addominale. Il robot consente di eseguire le procedure con movimenti molto precisi e con maggiore rapidità, grazie anche alla visione delle immagini molto ingrandita rispetto al normale, ha ribadito Di Clemente. L’ospedale dell’Aquila è uno dei pochi centri in Italia che pratica questo tipo di trapianto. Il professor Francesco Pisani, direttore del centro regionale trapianti Abruzzo e Molise, ha ricordato che il trapianto non è l’attività di un singolo ma bensì è un lavoro di squadra. << Se funziona il centro trapianti - ha detto - vuol dire che funziona tutto l’ospedale >>. Pisani ha rimarcato il fatto che con questa tecnica moderna si riusciranno ad attrarre molti più donatori perché purtroppo, a fronte di una domanda altissima in Regione e in tutto il paese, ci sono sempre pochi donatori. Con questa tecnica mini invasiva si può sperare di invertire il trend. Nel 2018 nell’ospedale aquilano sono stati effettuati 33 trapianti di rene. Anche la rettrice dell’Universitá Paola Inverardi e il sindaco Pierluigi Biondi hanno “benedetto” l’uso di questo macchinario. La Inverardi ha sostenuto che si tratta di una grande potenzialità e innovazione per studenti e specializzandi ricordando come l’Ateneo abbia investito molto ultimamente per attrezzare sempre più i propri laboratori con strumenti all’avanguardia e qualificare così la formazione. Il sindaco Biondi, parlando del robot, ha sostenuto che ci sono investimenti che costano all’inizio ma che poi danno risultati importanti e risparmi nel lungo periodo. Il Da Vinci rientra tra questi.
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