Pratola Peligna, brucia una casetta in legno: forse è uno sfregio

La residenza estiva è di una 50enne di Sulmona e potrebbe essere una ritorsione

Pratola Peligna, brucia una casetta in legno: forse è uno sfregio
di Patrizio Iavarone
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Lunedì 27 Marzo 2023, 11:45

La natura dolosa dell’incendio è ancora da accertare, ma che possa essersi trattato di uno sfregio e o di una vendetta, non è escluso, anche perché la proprietaria, un 50enne di Sulmona, ha ancora questioni aperte davanti al tribunale con una famiglia della zona. Fatto è che ieri pomeriggio una casa in legno di una cinquantina di metri quadrati è andata completamente distrutta in via Codacchio, nella zona periferica di Pratola Peligna, nei pressi dell’area dei centri commerciali, in provincia dell'Aquila. Una “residenza estiva” in campagna che molti hanno a Pratola: una sorta di buen ritiro dove trascorrere tempo con amici e coltivare un po’ di orto. Le fiamme hanno divorato la struttura in pochi minuti e l’arrivo tempestivo dei vigili del fuoco di Sulmona, non è servito a salvare mobili e beni che vi erano custoditi. La casetta poco dopo era ridotta in cenere.

Sulla vicenda indagano i carabinieri del Radiomobile, intervenuti sul posto: si stanno approfondendo le relazioni personali della proprietaria, anche se gli inquirenti al momento non sono riusciti a trovare indizi sull’origine dolosa dell’incendio, tanto più che è andato tutto carbonizzato. Non è certo, insomma, che i rilievi degli esperti, a partire da quelli dei vigili del fuoco, riescano a dirimere la vicenda. A dare l’allarme sono stati alcuni vicini, anche loro proprietari di casette simili, che hanno avvertito la proprietaria del fumo che usciva dalla struttura. Quindi la telefonata al 115 che non è servita però per evitare che le fiamme divampassero e travolgessero la sua proprietà. Le operazioni di spegnimento si sono concluse nel tardo pomeriggio, ma sono state indirizzate soprattutto alla bonifica dell’area, per evitare ritorni di fiamma, perché della casetta non è stato possibile salvare niente. Se dovesse essere confermata l’origine dolosa, si tratterebbe di un atto grave, che segue altre intimidazioni rimaste irrisolte a Pratola.
 

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