Traffico di teschi e ossa umane, un collezionista è aquilano

Traffico di teschi e ossa umane, un collezionista è aquilano
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Venerdì 17 Settembre 2021, 10:20 - Ultimo aggiornamento: 10:25

Nessuna violazione di sepolcro, ma semplice attività di collezionismo. La Procura dell’Aquila prima e quella di Milano poi hanno archiviato la posizione di A.D., imprenditore aquilano e A.M, ingegnere di Milano, per aver trafficato ai fini di collezionismo ossa umane per scopi scientifici e non di satanismo o di mercimonio di morti. Le indagini sono scattate tre anni fa dopo l’intercettazione di alcuni pacchi postali diretti negli Usa e in Svizzera contenenti teschi ed erano culminate nella perquisizione dell’appartamento dell’ingegnere milanese dove erano stati trovati una quarantina di reperti fra teschi, colonne vertebrali, femori, clavicole. L’uomo li aveva ottenuti da un anatomopatologo di Praga e anche da un collezionista dell’Aquila, A.D. Per tutti, comunque è valsa la buona fede di non essere a conoscenza del fatto che le ossa fossero illecitamente detenute da chi le aveva spedite, per cui l’ipotesi di reato è stata archiviata, mentre è rimasto l’illecito amministrativo della detenzione di ossa umane, che per il regolamento di polizia mortuaria non possono circolare fuori dai cimiteri, a meno che non siano destinate a laboratori per studio o ai parenti che ne reclamino il possesso. Le ossa sono state confiscate e portate alla collezione antropologica del laboratorio Labanof dell’Università di Milano.

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