L'Aquila, no all'antenna davanti chiesta XII Secolo a Pagliare di Sassa

Nella foto l'antenna radio base a Pagliare di Sassa
di Marcello Ianni
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Mercoledì 8 Agosto 2018, 19:49
Quando hanno letto la relazione della Asl sui rischi che avrebbero corso per l’esposizione all’elettromagnetismo sono piombati nella disperazione e con un dubbio lacerante: rischiare il “bombardamento” delle onde della stazione radio base per la telefonia mobile oppure abbandonare l’abitazione, frutto di tanti sacrifici? La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per fare luce sulla presenza a Pagliare di Sassa, in via San Pietro, a poca distanza dall’omonima antica chiesa, ma soprattutto dagli insediamenti del progetto Case e delle due scuole (nei Musp) del circolo didattico Gianni Rodari, di una stazione radio base sorta nel post sisma per agevolare le comunicazioni degli sfollati. Una provvisorietà di 6 mesi, proseguita 9 anni e che ora si appresta a diventare definitiva, con il cantiere che si trova a buon punto, grazie ai pareri favorevoli degli enti interessati tra cui l’Arta, la Soprintendenza e lo stesso Comune dell’Aquila. Di qui nulla da dire se non che una delle famiglie che insistono nel raggio di azione della stazione ha chiesto un parere alla Asl, Servizio Igiene, Epidemiologia e Sanità che ha emesso una “sentenza” di condanna sui rischi all’esposizione. Infatti oltre alle doverose raccomandazioni affinché i valori di potenza dei trasmettitori (sul traliccio figurano quasi tutte le aziende di telefonia mobile) rimangano i più bassi possibili proprio per la presenza di insediamenti abitativi, la stessa Asl evidenzia l’invito al Comune di trovare, in accordo con gli stessi gestori, «un sito alternativo». Il motivo è presto detto: da un’analisi cartacea dei dati sulla propagazione delle onde elettromagnetiche, la Asl ha messo nero su bianco come la famiglia in questione (quella che ha presentato la denuncia in Procura) sia esposta ad un livello di elettromagnetismo pari a 5,4 con un limite massimo di 6. Al di sopra la Asl è categorica: «I lobi di irradiazione non devono assolutamente interessare insediamenti umani di qualsiasi genere nonché aree libere intensamente frequentate o comunque accessibili alla popolazione per permanenze superiori alle 4 ore giornaliere». Un limite quello individuato dalla Asl suscettibile di errori, incidenti, piccole variazioni, che inevitabilmente farebbero sforare quello massimo stabilito per legge e soprattutto per la salubrità delle persone. Sulla vicenda della stazione radio base in via di realizzazione definitiva sono intervenuti il Wwf, Italia Nostra e Archeoclub, ponendosi soprattutto interrogativi su come la Soprintendenza abbia rilasciato un parere favorevole che va a deturpare una delle più antiche chiese della conca aquilana in un’area di notevole pregio. 
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